Alla guida della scalata si rivede Periccioli: “Il mio ruolo? Non vedo conflitti d’interesse” .

MORENO Periccioli, come nasce la newco di cui è amministratore e che punta al business dei rifiuti in Toscana?
«Nasce dall’interesse di due aziende ad acquisire il ramo ambientale, comprensivo di impianti, di una società di rilievo nazionale che ha una parte di attività in Toscana. Venuto meno l’interesse di una delle due società, l’altra ha coinvolto altri potenziali partners e creato con loro Ambiente Toscana».
Puntate a “Sei Toscana”, inteso. Ma è vera l’ipotesi di un’operazione di management buy out, ovvero di finanziamento per permettere ai manager di partecipare alla proprietà di “Sei Toscana”?
«No. I nostri interlocutori sono coloro che detengono attività e partecipazioni e devono decidere se hanno interesse a cederle ed a quali condizioni».
Sia esplicito, qual è il progetto?
«Il progetto industriale condiviso, così come la governance della società che è aperta al coinvolgimento di altre realtà industriali del territorio, è quello di valutare le opportunità di investimento in Toscana nel settore dei rifiuti, con l’interesse ad investire know how e capitali per migliorare il sistema, in particolare nello sviluppo di raccolta differenziata, razionalizzazione e consolidamento del sistema impiantistico, sviluppo di servizi innovativi, in ottica di economia circolare, con un’ambizione: essere protagonisti dello sviluppo della Toscana. A partire dall’interesse primario verso “Sei Toscana”, che dà certezze per un serio investimento industriale grazie alla durata dell’affidamento del servizio».
Come pensate di entrare in “Sei Toscana”?
«Tramite l’acquisizione di partecipazioni, con la garanzia della governance, nella quale impegnare professionalità ed esperienza. Un modello di intervento rispettoso, non speculativo ma collaborativo. Non aspiriamo ad essere i “nuovi padroni”, ma a divenire graditi e affidabili partners di un progetto di sviluppo condiviso».
I Comuni, però, non sembrano gradire. Due anni fa lei è stato nominato presidente di Intesa, espressione pubblica dei Comuni senesi che partecipa al controllo della multiutility Estra. Ora compare a capo di una cordata privata che punta alla governance di “Sei Toscana”, utility di gestione dei rifiuti che opera nella stessa area territoriale. I Comuni che l’hanno nominata alla presidenza di Intesa, la ritroverebbero come partner privato in un’altra società che gestisce servizi. Non vede incompatibilità, se non giuridica etica?
«Intesa non ha né partecipazioni né interessi nel settore dei rifiuti. La newco non ha interessi nella pubblica illuminazione né nella distribuzione e vendita di energia. La questione è dunque di opportunità. E l’opportunità non si valuta sulla utilità di un progetto per il territorio? E, ovviamente, di una sua coerenza con gli indirizzi e la pianificazione dei Comuni? Questa coerenza c’è e vedo utilità negli obiettivi che Ambiente Toscana si propone. Io non leggo preoccupazione nelle dichiarazioni dei sindaci. Vedo l’esigenza di capire, e la considero legittima, doverosa. Vedo espressa l’esigenza di ripristinare, da parte dei Comuni, una maggioranza nelle quote azionare di “Sei Toscana” che i Comuni stessi hanno consapevolmente perso (quando Grosseto ha venduto le sue quote senza che gli altri Comuni esercitasse il diritto di prelazione, ndr). Nessun problema ad affrontare questo tema, nel quadro di una strategia aziendale condivisa. Sarà nostro dovere interloquire con chiunque abbia interesse a farlo. Naturalmente, quando avremo i titoli per farlo».
(ma.bo.)
Fonte: La Repubblica, www.repubblica.it/