ROMA – Non c’è niente da fare, l’attenzione dei leader di partito è sempre rivolta alle prossime scadenze elettorali, a pensare come prendere più voti rispetto ai loro ‘alleati-coltelli’. Curioso il nuovo capitolo della competizione nel Centrodestra, in atto da mesi, tra Giorgia Meloni che sta portando Fratelli d’Italia alle stelle e la Lega di Matteo Salvini che dal primo posto nella classifica nazionale i sondaggi oggi piazzano al terzo posto dietro Meloni.
Meloni se la gioca dall’opposizione, ha le mani libere e Salvini soffre con Draghi premier: “Questo è un governo molto particolare in cui abbiamo scelto di entrare per motivazioni eccezionali e stiamo pagando, come partito. Ma per me il partito viene dopo il Paese“, ha detto il leader del Carroccio, che parlando all’assemblea dei Consulenti del Lavoro ha subito messo sul tavolo il risultato ottenuto col taglio delle tasse: “Bene il taglio dell’Irpef ma sull’Irap non tutti erano d’accordo. Ci siamo messi noi di testa dura e abbiamo portato a casa un miliardo- si è vantato- c’è questa odiosa discriminazione tra lavoratori autonomi e dipendenti, durante il covid i primi sono quelli che hanno pagato di più. Spero che in Parlamento si trovi la voglia che fino ad oggi non c’è stata, di investire su taglio tasse e burocrazia sul lavoro autonomo… se ci mettiamo d’accordo sul tetto dei 100mila al forfettario, sulla rottamazione delle cartelle quater e sulle micro tasse faremo un buon servizio al Paese”, ha sottolineato Salvini.
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Ma dai Consulenti c’era anche Giorgia Meloni, che ha fatto ‘no’ col dito alzato: “Fratelli d’Italia è sempre d’accordo quando si tratta di abbassare le tasse, soprattutto in questo momento ma in questo caso per alcuni si abbassano per altri no e non parliamo dei ceti alti, per chi ha reddito 50mila lorde e quindi 2.500 al mese, la situazione peggiora. Se avessi dovuto decidere come spendere questa cifra in un momento come questo avrei concentrato queste risorse sul lavoro” ha detto la leader Fdi.
Intervento che ha fatto scattare sulla sedia Salvini, che è subito corso a dire: “Tranquillizzo la collega Giorgia, la riforma dell’Irpef non porterà nessuno a pagare più Irpef“. Questo il clima che si respira tra i partiti e che preoccupa il premier Mario Draghi che entro dicembre deve portare a casa la manovra di bilancio. Capito l’andazzo, le mille richieste che ogni giorno si avanzano, il premier ha chiamato tutti a rapporto: la prossima settimana il Presidente del Consiglio, Mario Draghi, insieme al Ministro dell’Economia, Daniele Franco, e al Ministro per i Rapporti col Parlamento, Federico D’Incà, incontrerà a Palazzo Chigi i capigruppo parlamentari e i capi delegazione. Intanto sempre sul versante fiscale si va verso una mini proroga a metà dicembre per il pagamento delle rate della rottamazione e del saldo e stralcio. È quanto emerso da una riunione al Senato sul decreto fiscale. Rispetto alla scadenza del 30 novembre il nuovo termine potrebbe essere fissato al 9 dicembre, a cui vanno sommati i 5 giorni di tolleranza per pagare, arrivando così al 14 dicembre.