L’intervista
Giani “Il governo non può ignorare la Toscana”
Salute, economia, infrastrutture i piani del governatore
di Michele Bocci, Ernesto Ferrara e Fabio Galati
È pronto «già da settembre» a mettere mani alla riorganizzazione dei vertici apicali della sanità toscana, ma ammette che la riduzione delle liste d’attesa è ora la sua «preoccupazione principale » . Anche per questo chiede al governo di «aumentare la spesa sanitaria nazionale » . Ritiene possibile raggiungere l’ 80% di copertura vaccinale in Toscana entro settembre, poi è pronto ad azioni forti in linea col ministero, specie sulle categorie sensibili come i medici no vax, «perchè l’egoismo non è degno di quei ruoli». Sull’economia rivendica di non annoverarsi «tra i catastrofisti», ma col governo rilancia: « Serve un tavolo toscano » . E sta anche pensando a una specie di “ piano B” su Mps. Dopo quasi un anno di mandato il governatore Eugenio Giani traccia un bilancio e dice: «Possono esserci stati degli errori ma io ho dato tutto me stesso».
Presidente, i conti della sanità scricchiolano causa Covid, siamo in deficit?
«Non sono cose che si guardano ad agosto queste. Analizzeremo la situazione a febbraio-marzo. Intanto per coprire l’extra spesa sanitaria abbiamo trovato 101 milioni da altri capitoli, il decreto ristori ha previsto 80 milioni per la Toscana e abbiamo così chiuso brillantemente il bilancio del 2020, senza alcuna critica dal Ministero. Guardiamo ogni mese i flussi di cassa, attualmente mancano meno di 300 milioni, ma i conti si fanno alla fine. Sono convinto che riusciremo a farcela anche se il Covid continua ad incidere».
In tutto questo i sindacati sia dei medici che degli infermieri invocano più assunzioni perchè i carichi di lavoro sono aumentati, cosa rispondete?
«Abbiamo fatto 6 mila assunzioni dall’inizio del Covid in sanità. Non mi si può dire che da presidente in questi 10 mesi non ho preso nessuno. Capisco che si tratta molto di stabilizzazioni ma anche quello è un elemento che fornisce condizioni di lavoro e di serenità diverse. È vero che vi è questo surplus di lavoro che deriva dal Covid, ci sono carichi maggiori.
Per questo ritengo che a livello nazionale debba essere fatta una riflessione. Io chiederò in tutte le sedi che la spesa pubblica in sanità cresca. La fase emergenziale ha mostrato anche i limiti strutturali pre esistenti. Il ministro Speranza ci ha riconosciuto di essere tra le Regioni che lavora meglio per prevenire le ospedalizzazioni, dal Recovery avremo soldi peradeguamenti sismisi e per l’assistenza domiciliare. Ma se vogliamo continuare con le assunzioni e con il nostro standard di servizi e di welfare lo Stato deve aumentare le risorse».
In assessorato mancano 3 pedine importanti, i direttori delle Asl sono in scadenza e anche il capo del Dipartimento sanità. Non c’è bisogno di rinforzi?
«Partiremo ora, da settembre, ad analizzare questo aspetto. Finora, consentitemi, in una situazione eccezionale ho lavorato con chi c’era. Se alcune posizioni vacanti non sono state riempite è perchè più che rimpolpare l’assessorato abbiamo pensato all’emergenza.
Ora metteremo mano alla struttura dell’assessorato. Carlo Tomassini che ha ben lavorato tra qualche mese si pensionerà per limiti di età e costruiremo una squadra per guardare al futuro. Sicuramente però sono le liste d’attesa la preoccupazione principale, ne parliamo costantemente, faremo il massimo».
I contagi non si fermano. Dal 4 agosto siamo su un plateau di 5-600 casi giornalieri.
Ci stiamo avvicinando alla zona gialla?
«Voglio far notare che come Toscana abbiamo avuto una capacità di attrazione turistica unica e in questo periodo la popolazione regionale è probabilmente più che raddoppiata. E infatti la percentuale di incidenza ora è più alta a Lucca, Pisa, Livorno. La Delta tende a superare l’argine del caldo e dei vaccini e questo incide. Però è vero che la Toscana a Ferragosto ha sfiorato 15 mila vaccinati e l’obiettivo di arrivare a 800 mila in agosto è realizzabile. E lo è anche che oggi (ieri, ndr) ci sono 844 casi ma giovedì scorso erano 876 e nei primi giorni della settimana siamo a circa 130 contagi in meno rispetto alla precedente. Dopo 6 settimane di aumento si intravede una stabilizzazione forse.
Sulle prime dosi siamo al settimo posto in Italia, siamo ad un ritmo che ci può consentire l’80% di i immunità di gregge a metà di settembre».
Come convincerete prof no vax e 60 enni?
«Ci impegneremo fino in fondo. L’iniziativa col camper sulle spiagge per i giovani sta funzionando, ci chiamano da tutta Italia.
Terremo gli hub aperti. Stiamo seguendo la legge per le diffide sul personale sanitario e per gli insegnanti. Per misure più forti voglio arrivare all’80% di copertura, oggi rispetto al corpo vaccinale siamo al 68%. Poi faremo delle azioni mirate insieme al ministero».
Farà la polizia regionale per controllare sui furbetti del Covid?
«Ci sto lavorando alacremente. Ho posto il tema in Conferenza stato regioni, ho trovato interesse di altri governatori. In campo sanitario ma anche per i controlli anti-roghi nei boschi sarebbe uno strumento essenziale, anche per istituire un sistema sanzionatorio ».
I mille sanitari no vax che hanno fatto ricorso al Tar che effetto le fanno?
«Sono laico e attento alle libertà. Vorrei usare un atteggiamento di persuasione fino a settembre, poi è evidente che la percezione che ho è che chi per scelta ideologica non si vaccina deve avere delle conseguenze. L’egoismo non è degno di ruoli così importanti. Sui vaccini siamo tra i più virtuosi, il generale Figliuolo ce lo riconosce costantemente. Lo stesso green pass sarà stimolo costante, cercheremo di usare quella leva a tutti i livelli possibili per spingere alla vaccinazione».
Gkn ha suonato l’allarme. E’ preoccupato per l’economia e il lavoro post Covid? Non teme una bomba sociale nei prossimi mesi?
«Non sono tra i catastrofisti per vocazione. Ci sono le crisi aziendali ma c’è una bella ripresa del nostro turismo. Contemporaneamente, sono dati Irpet, la Toscana sta guidando la stima di revisione al rialzo del Pil in Italia, il 14% dell’export viene da qui. Poi certo che ci aspettiamo situazioni critiche. C’è stata la vicenda Gkn e in questi mesi abbiamo affrontato una trentina di casi di crisi.
Dobbiamo subito essere pronti coi tavoli che abbiamo e fare politiche attive. La Gkn va vista nella sua specificità, un intollerabile dominio della finanza. Ne ho parlato con Todde e Orlando, serve una normativa nazionale».
Andrete avanti sul piano dei rifiuti? I sindaci chiedono che non si lasci la proposta sulle localizzazioni al mercato, chiedono che la Regione scelga dove fare gli impianti.
«Ritengo utile il metodo impostato finora da Monni, che poi si confronterà col Consiglio.
Partiamo dalle proposte delle aziende, poi vedremo. Non imponiamo, sennò vengono fuori Case Passerini, dove nonostante la determinazione dei sindaci hanno prevalso i comitati del no, oppure Livorno, dove quando si è ipotizzato un nuovo impianto moderno c’è stata la sollevazione popolare. Serve una rivoluzione copernicana sul metodo. Benvenga il ragionamento di Nardella, da sindaci e aziende ci aspettiamo un contributo. Poi sicuramente la Regione deciderà, ma solo quando c’è un fertile terreno che nasce dal territorio. L’approccio non può essere dirigistico, sono già crollate ipotesi che sembravano certe così».
Mps potrebbe passare prima di quanto si pensi nelle mani di Unicredit, la spaventa?
«Io la vera novità la vedo nella semestrale: la banca nei primi sei mesi ha rivelato utili per 600 milioni, segno che è un corpo sano benchè appesantito da difficoltà sul piano patrimoniale e dei crediti, frutto di responsabilità del passato. Io non posso certo impedire che ci sia una trattativa tra il Tesoro ed un privato ma mi fa piacere che si sia detto che la contrattazione non deve essere ritenuta irreversibile. Spero che attori come Regione, Comune e parti sociali siano coinvolti».
Avete un piano B se il Tesoro vende?
«Io considero irrinunciabile che il marchio e il lavoro siano salvaguardati. Se all’interno del nuovo processo viene creata una banca interregionale del centro Italia con sede a Siena e di cui Unicredit è socia di maggioranza, ci potrebbero essere al suo interno anche fondazioni toscane e magari la Regione tramite Fidi. Un po’ il modello di quella che fu Banca Toscana. Mps può essere anche controllata da altri, ma know how e identità vanno salvati».
Con Letta ne ha parlato, visto che si candida a Siena?
«Certo, lo facciamo costantemente, non a caso lui parla sempre della tutela del lavoro e del marchio. In tutto questo peraltro c’è la questione Siena: serve una legge speciale per quel territorio, come ci furono nel ‘63 e nel ‘76: servono infrastrutture essenziali, come i binari elettrificati tra Siena e Poggibonsi. Noi nel Recovery abbiamo messo anche le Scotte».
Venti giorni fa si rivolse al governo ponendo una “questione toscana”? Ha sentito il premier Draghi?
«Ho avuto interlocuzioni con vari ministri. Su questo ho intenzione di rilanciare a settembre.
Cito Gkn, Mps e anche le acciaierie di Piombino, che vivono in un limbo da qualche anno: lo Stato dedica risorse e pianificazione a Taranto dove si scontra con Tar e Consiglio di Stato, a Piombino non troverebbero un solo ricorso. Possiamo parlare della Tirrenica, dell’attraversamento Tav di Firenze: la Toscana viene lasciata indietro, in una situazione di ordinarietà, mentre siamo una regione con un ruolo cruciale e lo vediamo su turismo, cultura, export. Noi diamo molto all’Italia ma poi nelle situazioni critiche non riceviamo. Inviterò i nostri parlamentari e sindaci ad essere compatti. Non voglio fare polemiche e ho grande rispetto per Draghi che è persona attenta alla Toscana, so che ha grandi rapporti con le terre dell’Etruria, con lui voglio avere un incontro. Io chiedo con rispetto una piattaforma toscana, senza che questo significhi fare polemica».
Nardella è contrariato per i ritardi Tav, lei?
«Condivido. Ho avuto più contatti con la nuova ad di Fiorani, ci siamo scambiati messaggi per vederci a inizi settembre. Adesso è il momento giusto per correre sulla Tav, si devono dare una mossa anche perchè c’è il Recovery che può finanziare il people mover. Sto già costantemente intervenendo, daremo altre sollecitazioni. Io porrò il tema nella discussione sul Recovery: inutile che il governo pensi a valorizzare questa o quella tratta ferroviaria quando c’è da completare la Milano-Roma col sottoattraversamento fiorentino».
Siete pronti coi progetti per il Pnrr?
«Su più cose siamo già ad un livello di interlocuzione molto avanzata. Avremo 111 milioni per l’adeguamento antisismico negli ospedali toscani. Sui porti avremo il secondo lotto della 398 a Piombino e le opere complementari alla Darsena Europa a Livorno.
E poi tre progetti: erosione, 95 milioni per proteggere le scogliere; il digital divide; il ponte tra Signa e Lastra a Signa, essenziale per la lotta all’inquinamento. Secondo me è sbagliato non incentivare le strade nel Recovery: snellendo il traffico si aiuta l’ambiente. Il metrotreno Pecci-Peretola non rientrerà nella fase 1 del Pnrr invece, ma correremo per fare il progetto in 2 anni e finanziarlo con la fase 2».
Rifarete la Fi Pi Li?
«Cercherò di presentare in settembre il piano per costituire la Toscana Strade Spa, che avrà come compito primigenio una progettazione della nuova Fi Pi Li, per renderla una strada degna dei 50 mila veicoli al giorno che ci passano. Ci sono novità anche con Autostrade, ho parlato con l’ad Tomasi: c’è l’impegno a partire in autunno con lo svincolo di Peretola e coi lavori propedeutici della terza corsia dell’A11. E si accelera sul tunnel di Barberino, il più grosso d’Europa».
Accoglierete i profughi afghani?
«La Toscana non si tirerà indietro. Ho promosso un tavolo di coordinamento per lunedì prossimo con i sindaci».
Sono stati mesi di grandi tensioni con Italia Viva, avete risolto coi renziani ora?
«Abbiamo vissuto tutti un clima difficile ma ho sentito molto il supporto della maggioranza in queste ultime settimane e spero che questo continui. Ora dobbiamo creare una ripartenza a tutti i livelli. Pensiamo allo sport, abbiamo appena fatto un bando da 10 milioni. E poi c’è la cultura che è il nostro motore. A fine settembre organizzo “Toscana 20-30”, un momento di partecipazione con sindaci ed esperti per pensare alla regione dei prossimi 10 anni».
A quasi un anno di mandato, cosa si rimprovera, cosa non rifarebbe?
«Non ho avuto un attimo di tempo per pensarci. Abbiamo fronteggiato l’emergenza Covid, quella economica, ho tenuto rapporti coi sindaci. non ho perso il contatto con la gente. A me sembra di avercela messa tutta, possono esserci stati degli errori ma in una fase così dura ho dato tutto me stesso».