Misiani: serve una decisione condivisa. Vanno salvaguardati marchio e occupazione

 

Antonio Misiani

 

Caro direttore,

il futuro di Montepaschi di Siena è una questione di primaria importanza. Va affrontata con un confronto pubblico, consapevole e costruttivo. La politica ha una grande responsabilità e l’audizione parlamentare del ministro Franco sarà un primo, importante passaggio.

Polemiche scomposte come quella scatenata dalla leader di Fratelli d’Italia con la sua lettera al «Corriere»sono più rivolte a «buttarla in caciara» che a risolvere un problema. Il pulpito da cui viene la predica sui conflitti di interesse nella vicenda Mps è lo stesso che è sempre stato muto, allineato e coperto di fronte al macroscopico conflitto di interessi di Silvio Berlusconi. Ed è un pulpito da cui arrivano fango e falsità ma non uno straccio di proposta concreta per il futuro di Mps.

Ognuno ha il suo modo di fare politica. Noi preferiamo discutere il merito dei problemi e delle loro possibili soluzioni. Nello specifico di Mps la nostra posizione è la seguente.

Primo. La priorità per il Paese è consolidare e rafforzare il sistema bancario nel suo insieme. Gli stress test della Bce hanno evidenziato una positiva tenuta delle maggiori banche, ma con un punto di significativa fragilità in Mps, il cui indice CET1 (Common Equity Tier 1, l’indice patrimoniale più rilevante per misurare la solidità degli istituti bancari) diventerebbe negativo nello scenario più avverso. Questi numeri e l’impegno assunto dallo Stato di uscire dal capitale di Mps entro fine 2021 rendono necessaria una decisione in tempi certi. Secondo il Pd va costruita valutando in modo laico le diverse opzioni in campo in un confronto da attivare subito con le forze politiche (a partire da quelle di maggioranza), le parti sociali, gli enti territoriali. In questa logica è indispensabile che il governo espliciti le ragioni per le quali ritiene l’ipotesi di un’acquisizione da parte di UniCredit preferibile rispetto all’opzione «stand alone» o alla proposta (meramente teorica, allo stato attuale) di inserire Mps in un ipotetico terzo polo bancario. Ed è opportuno che sia sempre il governo a chiamare le forze di maggioranza ad una decisione condivisa.

Gli esuberi

Sul tema esuberi va avviato subito un tavolo di confronto con le organizzazioni sindacali

Secondo. I dipendenti di Mps vanno tutelati. Il comunicato MEF-UniCredit non cita né quantifica esuberi ma il tema esiste in ogni possibile scenario. Va affrontato avviando subito un tavolo di confronto con le organizzazioni sindacali e mettendo in campo tutti gli strumenti utili per salvaguardare il futuro dei lavoratori e delle loro famiglie. Le ricadute sociali delle diverse opzioni sono un fattore a cui attribuire la massima importanza.

Terzo. Lo “spezzatino” della banca va evitato, salvaguardando il patrimonio di storia (a partire dal marchio), radicamento territoriale e valenza economica e occupazionale rappresentato da Mps. In passato la discussione su eventuali aggregazioni aveva ipotizzato modelli di autonomia organizzativa. E’ una questione che va posta nel confronto aperto sul futuro della banca.

Quarto. Lo Stato, che oggi è azionista di maggioranza di Mps, deve svolgere un ruolo di accompagnamento anche nell’ipotesi di aggregazione, mantenendo una partecipazione diretta come garanzia nei confronti delle istanze dei lavoratori e del territorio.

Quinto, ma non certo ultimo in ordine di importanza: Siena. Mps nella città ha da sempre un ruolo di fondamentale importanza. Il governo deve supportare la comunità senese nella costruzione di un futuro di minore dipendenza dalla banca — un tema che si pone qualunque sia la soluzione che verrà scelta — sostenendo un progetto di riconversione produttiva e occupazionale da definire insieme alla Regione e agli enti locali.