Il “ colonnello” di Renzi in Toscana dà voce al disappunto del suo partito per l’alleanza dei Dem con la sinistra di Falchi a Sesto e con i 5 Stelle a Grosseto: “ Buon viaggio se hanno scelto di legarsi ai populisti e ai nemici dell’aeroporto”
di Ernesto Ferrara
Ciao Pd, “ partito del rewind”. Di fronte all’accordo a Sesto con la sinistra di Falchi e a Grosseto coi 5 Stelle, Italia Viva esplode e attacca i dem: « Noi siamo ancorati alla visione che ha contribuito a realizzare il programma di governo per la Toscana. Mi pare purtroppo che il Pd lo stia rinnegando in diversi territori. Come si può a Sesto Fiorentino stare con Falchi che è contro l’aeroporto e va d’amore e d’accordo con un anti- Draghi come Fratoianni? A chi pensa che la strada maestra sia l’alleanza coi 5 Stelle, il populismo e gli estimatori di Mao noi diciamo buon viaggio » tuona Nicola Danti, colonnello toscano di Matteo Renzi. A 4 mesi dalle amministrative e dalle suppletive senesi, su cui Enrico Letta continua a tentennare, un inatteso scenario di guerra è servito. Anche il rebus di quale rotta politica spetti al Pd toscano del futuro, se liberal o a sinistra, è di nuovo aperto. Ma pure per Italia Viva suona un campanello d’allarme: ormai all’asse coi renziani nemmeno i Dem toscani si sentono più obbligati e le truppe Iv temono l’isolamento.
Chi l’avrebbe mai detto che il renzismo avesse potuto divorziare da quel Pd che aveva scalato e colonizzato proprio a partire dalla Toscana. Eppure adesso che l’ex capo ha fondato Italia Viva e con i suoi ex seguaci le cose non vanno da tempo così bene ( « Potremo chiamarla Italia viveva visti i sondaggi», è l’acida battuta scappata qualche giorno fa ad un autorevole sindaco dem toscano) la frattura si allarga. Già gli accordi per la giunta regionale con Giani furono tesissimi, ora per le amministrative il feeling sembra non esserci proprio. A Sesto Iv fuori dall’alleanza di sinistra a sostegno del bis di Falchi, a Grosseto Pd- M5s da una parte e il polo liberista con Iv-socialisti e Azione di Calenda da sè. Anche a Carmignano Pd da una parte e Iv dall’altra. Come del resto probabilmente a Chiusi. A Montevarchi Pd con 5 Stelle e socialisti e Iv da sola e strade separate anche a Sansepolcro. Unici accordi fatti a Altopascio e Reggello, dove oggi si sfidano alle primarie del centrosinistra Adele Bartolini, assessora uscente e volto progressista, e Piero Giunti, reggente da un anno, da una vita nelle istituzioni. Va detto che per ragioni opposte né a Sesto né a Grosseto l’accordo con Iv cambierebbe tanto al Pd: nell’ex Sestograd il bis di Falchi, di Sinistra Italiana, è praticamente blindato mentre nella capitale maremmana è il bis della destra di Vivarelli Colonna più probabile. Per i Dem un deprimente squarcio si apre in lontananza: « Sesto e Grosseto comunque non le governiamo noi e nemmeno Altopascio dove la D’Ambrosio è passata con Calenda. Montevarchi e Sansepolcro restano a destra. Praticamente l’unico sindaco tra i grossi dei 32 al voto che teniamo è Reggello » analizza un dirigente toscano Pd. Ma questa è un’altra storia. « Con Renzi si era finalmente data una scossa all’immobilismo: Rossi arrivò a minacciare le dimissioni in caso di voto contrario del Consiglio su Peretola e affermò che si sarebbe incatenato per far partire la Tirrenica. Mi sembra che il Pd, dopo un periodo di pausa, stia premendo il tasto “Rewind”» avverte Danti. «È l’opposto: è che i renziani pensano di poter fare le cose con la forza bruta ma anche Nardella e co. hanno capito che così non si va da nessuna parte» ribattono dal Pd. La settimana decisiva per l’ok di Letta a candidarsi a Siena intanto si apre, in un clima di tensioni perenni tra il governatore Giani e la segretaria regionale Bonafè.