Il leader Pd rivendica l’alleanza: “Con questo governo cambiamento e discontinuità. Noi l’unico pilastro contro le destre” E per la fase 2 lancia un programma in cinque punti, dalla “rivoluzione verde” alla parità salariale uomo-donna
— g.d.m.
dal nostro inviato
CONTIGLIANO (RIETI) — «C’è stato un cambio di indirizzo non banale» , dice Nicola Zingaretti. Vale a dire che la discontinuità tanto invocata rispetto ai giallo-verdi è evidente. «Chiediamo un’alleanza ai 5 stelle non perché abbiamo paura, ma per essere coerenti» . Ovvero: altro che subalternità. «Siamo orgogliosi di come stiamo al governo. Senza il chiacchiericcio, ma accettando la sfida di tenere le persone nel processo democratico» .
ll segretario del Pd chiude la due giorni nell’abbazia di San Pastore, conclave dem con tutti i membri del governo, i parlamentari, i sindaci e i governatori e usa anche lui le slide. Solo tre, non esageriamo. Per dire che la crescita del Pil in Italia (uno stentato 3,5% negli ultimi anni) è molto al di sotto della media Ue; che sono triplicate le persone in povertà; che siamo terzi in Europa per il reddito più diseguale. «Allora siccome non siamo una bocciofila o un circolo culturale dobbiamo dare delle risposte a questi problemi. Altrimenti esplode la rabbia delle destre » . Quando parla di «bella politica » Zingaretti pensa a un’azione di governo più vicina alla gente. Rifiuta le etichette che vengono date alla sua gestione di sinistra del Pd. «Non guardo al passato, non dobbiamo neanche guardare al presente e basta. Bisogna pensare al futuro. Io ho vinto tutte le elezioni alle quali ho partecipato con il riformismo» .
Dunque, via gli stereotipi: il Pd non è il partito delle tasse, non è il partito della spesa, non è la riedizione dei Ds. «Le cretinate di Salvini sono sempre esistite nella storia italiana, ma ora intorno a quelle cretinate c’è il consenso» .
Un bel problema. Che il leader dem conferma di voler affrontare nell’alleanza con i 5 Stelle e con Conte. Ma non a rimorchio. «Anche il reddito di cittadinanza che è un ottimo strumento per la lotta alla povertà ma non sostituisce le politiche per il lavoro lo abbiamo inventato noi con il Rei» . La verità, dice ancora, è che «siamo l’unico pilastro contro le destre. E ora dobbiamo lanciare una nuova fase» . Con 5 punti di programma. La rivoluzione verde come motore della crescita anche grazie al mega-stanziamento europeo, l’Italia semplice contro l’Italia della burocrazia, parità salariale uomo-donna, aumento della spesa per la scuola e l’educazione, piano per l’assistenza sanitaria soprattutto verso le persone sole. «Penso anche all’infermiere di condominio, a uno Stato che si avvicina ai cittadini» . Un’agenda di cose per cambiare l’Italia, per dare «una visione» . E che, semmai si farà la verifica di governo. sono la posizione del Pd.