Dopo quattro giorni dominati dalle ingombranti figure dei suoi “azionisti di riferimento”, il premier Giuseppe Conte si presenta oggi in Senato per raccontare al Parlamento, agli italiani e agli interlocutori internazionali il suo programma di governo. Quello di Conte sarà un discorso volto principalmente a guardagnare uno spazio di azione e ad uscire dall’angolo in cui il premier è già stato schiacciato in particolare da Matteo Salvini. Basterà per cancellare l’impressione di un presidente del Consiglio sotto tutela, vincolato al rispetto di un programma scritto da altri e completamente defilato in confronto all’interventismo dei leader di partito? In attesa che Conte parli alle camere, Massimo Giannini gli rivolge sei domande sui alcuni dei temi che stanno più a cuore all’opinione pubblica. Tra cui quello della flat tax, su cui si è consumata la prima retromarcia della maggioranza gialloverde. E chissà se il premier vorrà spendere una parola per Soumayla Sacko, il ventinovenne immigrato del Mali barbaramente ucciso in Calabria: nell’attivismo verbale di questi giorni, né il ministro dell’Interno Salvini (eletto al Senato proprio nel collegio di Rosarno), né il ministro del Lavoro Di Maio hanno ritenuto di dover pronunciare una parola di condanna per quella che, come scrive Attilio Bolzoni, è una fucilata contro tutti noi. (Alessio Balbi)