La speculazione continua a preferire il titolo Mps per operare sui listini. Ieri l’azione della banca senese è letteralmente volata di oltre il 12% a 0,52 euro sull’onda dell’aumento di capitale per massimi 7,5 miliardi di euro varato in giornata dal colosso spagnolo Santander con un collocamento accelerato di azioni. L’interpretazione circolata tra gli operatori è che parte di quel denaro possa essere utilizzato per una mossa sull’istituto senese, che oggi vale appena 2,38 miliardi di euro.
Il Santander — forte dei suoi 86 miliardi di capitalizzazione e di 5,8 miliardi di utile solo nel 2014, +30% — è da sempre indicato come uno dei possibili acquirenti della banca presieduta da Alessandro Profumo e guidata da Fabrizio Viola accanto all’italiana Ubi e alla francese Bnp Paribas, anche se un’eventuale take over spagnolo suonerebbe come una beffa visto che i guai di Mps sono cominciati proprio con l’acquisto di Antonveneta dal Santander nel 2007 per 9 miliardi. Ma a borsa chiusa è stato lo stesso amministratore delegato, José Antonio Alvarez, ad escludere che Santander stia valutando un’acquisizione di Mps.
Santander ha invece dichiarato ieri alla Consob spagnola (Cnmv) che l’aumento consentirà di «cogliere le opportunità di crescita organica nei principali mercati dove opera, alla luce del miglioramento delle prospettive economiche. Il nostro obiettivo è guadagnare quote di mercato ora che il ciclo economico è cambiato». I Paesi indicati sono Spagna, Portogallo, Germania, Brasile, Regno Unito, Stati Uniti, Polonia, Argentina, Messico e Cile. Nel mirino secondo gli analisti potrebbe esserci la portoghese Novo Banco, nata dalla ceneri del Banco Espirito Santo. In Italia il Santander sta trattando l’acquisto da Unicredit del colosso dei fondi Pioneer. In questo caso — evidenziano gli analisti di IG — «sarebbe difficile che sia interessato anche agli asset di Siena, dato che incrementerebbe sensibilmente l’esposizione sull’Italia».
Alcuni osservatori ieri tendevano comunque ad escludere una mossa su Mps perché Santander ha una situazione patrimoniale debole, come emerso dall’esame approfondito della Bce e dunque ha necessità di rafforzarsi. Non a caso ieri la banca presieduta da Ana Botin ha anche annunciato un taglio ai dividendi. Altre interpretazioni hanno fatto invece leva sulle attese per il possibile quantitative easing della Bce e sull’ok al piano di ristrutturazione di Mps basato sull’aumento da 2,5 miliardi. Sarebbero soprattutto le decisioni macroeconomiche in questo periodo a influenzare il corso dei titoli, specie di quelli come Mps (o Carige) nei giorni scorsi colpiti dalle vendite.
Ieri su Mps è intervenuto anche il presidente della Bce, Mario Draghi: in una risposta scritta al Parlamento europeo ha detto che «attualmente la Bce sta analizzando il piano di ricapitalizzazione». Il 15 gennaio è previsto un incontro dei vertici del Monte con i responsabili della vigilanza Bce per il via libera finale al piano avallato a dicembre. Draghi ha ricordato che «le carenze patrimoniali dovrebbero essere coperte entro nove mesi dalla pubblicazione dei risultati della valutazione approfondita il 26 ottobre 2014».
F. Mas.