Vorrei salutare anch’io l’ex presidente Profumo.

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di Pierluigi Piccini

L’ex presidente Profumo se ne va, e come tutte le persone che se ne vanno, merita un saluto. La prima considerazione che mi viene alla mente è che l’ex presidente è stato coerente con il suo modo di fare: l’ha buttata in “politica”! I numeri proprio non gli piacciono e saremo costretti, come abbiamo fatto in tutti questi anni, a ricordarglieli. Buttarla in “politica” lo potevamo capire fino a qualche tempo fa, Profumo ha spesso adoperato il Festival dell’Unità per fare gli annunci importanti, ma visto che il convivio del PD a Siena non c’è più, mi sarei aspettato un profilo più tecnico. L’unica nota tecnica, si fa per dire, è stata nell’intervista rilasciata ai giornali un dato che se confermato ha dell’eclatante. Tanto eclatante che speravo in una smentita, smentita che a ora non è arrivata: i crediti deteriorati sono 46/47 miliardi di euro. Bene, se i crediti verso la clientela ammontano a 117,436 miliardi di euro capite bene che 46 miliardi di crediti deteriorati ne costituiscono circa il 40%, una percentuale enorme. Così elevata da far fare una considerazione: smantellate la struttura dedicata e fate i crediti a campione, i rischi sarebbero meno elevati! Non conosciamo cosa abbia fatto, l’ex presidente, nei confronti dei responsabili di questa che parrebbe una voragine, ma tanto è.

Profumo, comunque, bravo è stato in un aspetto: nel mettere le mani in tasca ai soci. Peccato che fra questi ci sia la Fondazione, che è stata ridotta al lumicino, e i soci poveri che hanno subito un ulteriore impoverimento: i cittadini senesi e i dipendenti della banca. I soci eccellenti quando hanno compreso la situazione hanno levato le tende, basta ricordare a questo proposito, la Unicoop, gli Aleotti e lo stesso Caltagirone. La Fondazione no è rimasta sul ponte a differenza del comandante Schettino e ha seguito la sua sorte, di fatto, scomparendo. Domanda: ma la Fondazione è stata in grado di capire cosa effettivamente stava avvenendo in banca? La questione dei crediti è un problema vecchissimo, possibile che in Fondazione nessuno ne abbia preso coscienza?

Semestrale: la banca è ferma! Due dati semplici ma essenziali, la raccolta diretta rimane immutata rispetto all’anno precedente, la raccolta indiretta aumenta di un modesto valore, 2 miliardi. Per contro gli impieghi diminuiscono di circa 2 miliardi, se poi ci mettiamo i 46 miliardi di crediti deteriorati capite bene che la banca è impiombata. Tradotto: il Monte non riesce a dare fiducia al mercato e il mercato si disinteressa del Monte.

In più veniamo a sapere, sempre dalle parole di Profumo, che il futuro della ex banca senese è incerto, non ci sono richieste di investitori italiani e si spera in quelli stranieri. Quindi, il presidente se ne va lasciando al nuovo che arriva la totale incertezza sul futuro. Ma, poi, sarà vero che Profumo se ne va “per conquistare nuove sfide”? Personalmente un dubbio mi assale, non è che se ne va proprio perché non è riuscito a ottenere l’obbiettivo strategico principale: il risanamento? Giudicate voi: 46 miliardi di crediti deteriorati, raccolta inchiodata, impieghi che via, via diminuiscono, incertezza sul futuro del Monte, che altro? Poveri a noi!