Il sindaco di Grosseto: ora come ora farei fatica
Mauro Bonciani
Da mesi il suo nome — assieme a quelli dell’europarlamentare leghista, Susanna Ceccardi, e del primo cittadino di Arezzo, Alessandro Ghinelli — è in prima fila tra i possibili candidati del centrodestra alla presidenza della regione, a leader della coalizione che sfida il centrosinistra ed Eugenio Giani per la prima volta con la possibilità di vincere. E in questi giorni Antonfrancesco Vivarelli Colonna, sindaco di Grosseto, non ha preso la parola sulla disponibilità a correre da governatore.
Dopo il voto in Emilia-Romagna la necessità di scegliere un candidato è ancora più forte ed i leader nazionali, Salvini, Berlusconi e Meloni, dovrebbero vedersi nel fine settimana per parlare dei candidati governatori della sei regioni in cui si vota a maggio, Toscana compresa, anche se in tanti parlano di metà febbraio per il nome del candidato o candidata.
Ma ieri l’imprenditore agricolo, nato a Firenze nel 1969 dalla nobile famiglia, diventato sindaco come indipendente con il centrodestra nel 2016, ha deciso di parlare. Di rispondere a qualche domanda. «Senza alcuna polemica, nello spirito che mi contraddistingue», premette e sottolinea più volte. E alla domanda se sarà lui il candidato governatore per Lega, Fratelli d’Italia, Forza Italia e liste civiche, su cosa risponderà se lo chiameranno domani o venerdì spiega: «Oggi sono in forte in imbarazzo se mi chiamano. Avevo dato la mia disponibilità a lottare con le unghie e con i denti, come ho sempre fatto, contro il centrosinistra che ha distrutto la Toscana ed il Paese, ma a soli tre mesi dal voto per la mia formazione e per come faccio le cose sono in fortissimo imbarazzo. Capisco che i tempi e le esigenze della politica nazionale possono essere diverse dalle mie, ma appunto per la mia formazione imprenditoriale, per sensibilità personale, per come faccio le cose e mi organizzo, oggi faccio fatica». Troppi tardi, insomma, e soprattutto troppo incerta finora la strategia di ricerca di un candidato, la sintonia tra i partiti. «Nessuna polemica, dico quello che mi sento, come sono fatto io — continua Vivarelli Colonna — Quando ho deciso di impegnarmi per la mia città, non certo perché mi interessano le poltrone, ho fatto nove mesi di campagna elettorale, ho parlato ed incontrato tutti, sono andato porta per porta e così sono arrivato fino al 40% dei consensi e poi ho vinto il ballottaggio».
Chi lo conosce sa che il «metodo Vivarelli Colonna» è fatto di studio delle questione del problemi di preparazione, di applicazione quotidiana, di condivisione di strategie e poi di organizzazione per applicarle concretamente. E se è vero che a settembre è stato contattato per la disponibilità a candidarsi, è altrettanto vero che i mesi sono passati ed ancora nulla si muove, mentre lui ha sempre detto ai suoi che gli serviva tempo anche per impostare la continuità amministrativa e di governo a Grosseto, che non avrebbe abbandonato la città come nulla fosse. «Per fare bene serve compattezza della coalizione, condivisione, programmi, organizzazione. Serve appunto anche tempo», conclude Antonfrancesco Vivarelli Colonna. Il suo sembra essersi esaurito.