VIBURNO ROSSO

“A Egor il direttore non piaceva: contento, corpulento… Ma soprattutto non gli andava a genio che fosse contento. Egor non sopportava le persone contente”.
Durante i cinque anni di galera, Egor scrive lettere poetiche a Ljuba; tornato alla libertà, la va a cercare.
Bella come una focaccina, lei l’aspetta sulla collinetta di un villaggio di campagna.
Egor è un diavolo con la testa rasata: si scalda facilmente, parla con le betulle, con gli uomini vuole far baldoria.
Ljuba lo riporta alle sue radici contadine, a un sogno di purezza; Egor potrebbe fermarsi.
Potrebbe guidare il trattore, diventare un lavoratore scelto e abbracciare la vecchia mamma senza vergogna.
Smettere di fare il ladro, di mentire.
La sua banda di un tempo, però, non vuole lasciarlo andare.
Collana: Gli Alianti
Genere: Narrativa
Curatore: Paolo Nori
Traduttore: Sara Aimone,Marta Arnesano,Diletta Bacci,
Lucia Cervellino e Carlotta Pezzoni
Illustratore: Vendi Vernić
Prezzo: 16,00€
Pagine: 144
EAN: 9788892940420
Data di uscita: 17/11/21
Vasilij Suksin

Vasilij Šukšin nasce nel 1929 ad Altaj, in Siberia, da una famiglia contadina. Il padre viene giustiziato dal regime lasciando moglie e figli in difficoltà; Vasilij deve abbandonare gli studi e lavorare come meccanico, maestro, marinaio e istruttore del partito comunista. Si diploma solo in seguito, sognando di diventare scrittore.
Sua madre vende una mucca per aiutarlo a trasferirsi a Mosca. Lui vorrebbe scrivere sceneggiature, ma nel cinema esordisce come attore. Nel 1964 firma la regia di Così vive un uomo, aggiudicandosi il Gran premio alla Mostra del cinema di Venezia.
Ormai famoso, pubblica un romanzo, alcune opere teatrali e i suoi primi racconti dedicati al mondo contadino.
Viburno rosso nasce come sceneggiatura, per diventare romanzo solo in seguito. È il suo ultimo film, l’unico a colori, da lui stesso diretto e interpretato; grandissimo successo in Unione Sovietica, viene premiato anche al Festival di Berlino. Fassbinder lo consiglia tra i suoi dieci film del cuore.
Da tempo malato di ulcera perforata, Šukšin scappa dall’ospedale per concludere le riprese di Viburno rosso e a film finito muore a Volgograd, nel 1974.