Vaccini, la nuova legge si fa sentire.

MICHELE BOCCI
DUEMILA vaccinazioni in più prenotate in un mese. A settembre nella Asl Toscana Centro, un terzo degli abitanti della regione, si è sentito in modo evidente l’effetto della nuova legge sull’obbligo per l’accesso a scuola. Il Cup metropolitano ha fissato 4.300 vaccinazioni contro le 2.300 dello stesso mese dell’anno scorso. L’aumento è di circa il 90%. E visto che il mese scorso scadeva il termine per mettere in regola i figli, o presentare carte e eventuali autocertificazioni, per l’accesso ai nidi e alle materne, è da ritenere che i bambini “recuperati” abbiano soprattutto da 0 a 6 anni. Per le scuole dell’obbligo, da 7 a 16 anni, i documenti vanno presentati entro il 31 ottobre ed è probabile che chi non è in regola, e peraltro in questo caso rischia solo una multa, contatti più avanti il Cup. In questi giorni comunque le prenotazioni vanno ancora avanti spedite e ci si aspetta un altro mese di numeri alti. La situazione non è molto diversa nelle altre due grandi Asl. Sia nella Sud-est che nella Nord-ovest, si è visto crescere sensibilmente rispetto al passato il numero di persone che si sono rivolte alle strutture aziendali, ai centri di prenotazione oppure agli stessi pediatri che fanno le vaccinazioni. La strada da fare per riportare i livelli di copertura al 95% è comunque ancora lunga, si stima infatti che dei circa 260mila bambini residenti nelle provincie di Firenze, Prato e Pistoia (l’area della Asl Centro) circa il 10% non siano in regola. Nessuno alla Asl e in Regione pensa che si arriverà a vaccinare tutti quanti, ma basterebbe coprire circa la metà di quei 26mila per raggiungere l’effetto gregge. In Toscana la diffusione della vaccinazione cambia, come ovunque, a seconda che si consideri l’esavalente, che si fa tra il terzo e il sesto mese di vita e copre contro difterite, tetano, pertosse, poliomielite, epatite B ed emofilo di tipo B, o il quadrivalente contro morbillo, parotite, rosolia e varicella. Nel primo caso è intorno al 94%, nel secondo intorno all’88%. Non ci vogliono quindi molti punti percentuali per tornare a livelli alti di diffusione. Se si proseguirà con il ritmo di settembre, certamente condizionato dalla scadenza legata a nidi e materne, si vedranno coperture molto alte già dalla fine di quest’anno, tra i nati nel 2016 e nel 2017. In più dovrebbero crescere anche i numeri che riguardano le classi di età più grandi.
In Regione e nei dipartimenti di prevenzione della aziende sanitarie intanto si studia il modo in cui gestire la scadenza del 31 ottobre. Dopo il via libera del garante della privacy, le scuole possono inviare le liste dei loro iscritti agli uffici di igiene. Resta il dubbio se fare come con i nidi e le materne, ai quali le Asl hanno rimandato i nomi dei bambini sui quali era necessario concludere gli accertamenti. Un modo per dire che fino a quel momento alcuni dei vaccini previsti non risultavano fatti. Probabilmente il meccanismo, che recentemente è stato adottato anche dall’Emilia, sarà lo stesso e quindi i genitori non dovranno fare niente. Ci sarà comunque molto da lavorare, visto che bambini e ragazzi residenti nella zona dell’Asl Centro e iscritti alla scuola dell’obbligo sono circa 177mila. C’è da ricordare che in questo caso chi non è in regola non rischia di restare fuori, perché la legge ha previsto una multa, cosa che permette all’ufficio di igiene di lavorare con un po’ meno fretta.
Mentre si prepara il lavoro per i più grandi, vanno avanti anche le attività dedicate a coloro che hanno da 0 a 6 anni. Sono circa 13mila i casi da controllare. Si tratta dei figli di genitori che hanno presentato l’autocertificazione nella quale comunicano che i vaccini sono stati fatti, oppure sono stati prenotati, ma anche di circa 5mila alunni i cui nomi non sono stati inviati dalle scuole per vari motivi. Non tutti gli istituti, infatti, sono stati in grado di mandare gli elenchi come previsto nell’accordo siglato tra Asl, Ufficio scolastico regionale e Anci. Infine ci sono coloro che non hanno intenzione di fare i vaccini, i veri e propri novax. Adesso, come prevede la legge, verranno invitati dalla Asl a degli incontri informativi, durante i quali si cercherà di convincere i genitori dell’importanza della vaccinazione. Qualcuno difficilmente cambierà idea e quindi, come previsto dalla norma approvata l’estate scorsa, i figli di quelle persone dovranno restare fuori dalla scuola materna o dall’asilo nido.
FDonte: La Repubblica, www.repubblica.it/