Un’occasione per i musei civici

di Sergio Risaliti
In questo periodo parole come bellezza, made in Italy e rinascita vanno a braccetto nelle pubblicità e in bocca ai politici. C’è grande preoccupazione per il turismo, quindi per ristoranti, alberghi, enogastronomia, artigianato. E per molte altre filiere produttive.
Ci si dimentica però dei musei, della crisi che li ha coinvolti, di riapertura e di futuri scenari. I musei dovranno ripensare la gestione delle collezioni, della produzione di mostre, della mediazione culturale. Saranno però avvantaggiati dalla presenza di opere in permanenza. Motore inesauribile di conoscenza e di sensibilizzazione. Invece, saranno penalizzati i centri espositivi, a cominciare da quelli nati per gestire grandi mostre temporanee molto costose. Il dato discriminante è l’approvvigionamento delle risorse, diverso tra musei statali, musei civici e centri espositivi privati, come fondazioni e spazi no profit. Tutti assieme dovranno fare i conti adesso con il problema delle risorse e soprattutto con un problema di mancati visitatori. La quantità di visitatori ha di fatto condannato la vita dei grandi musei e soprattutto quella delle grandi mostre. I danni maggiori li potranno subire quelle realtà che per funzionare hanno contato su un massiccio rientro economico dalla vendita di biglietti per far fronte alle ingenti spese sostenute con la produzione di mostre di forte richiamo. Il rischio è che questo virtuosismo possa essere interrotto a danno poi di intere filiere produttive e di settori commerciali. Nella crisi avranno vita più facile quelle istituzioni che sono state in grado di produrre cultura, mostre, eventi con budget sostenibili. Nei prossimi mesi poi ci confronteremo con flussi di visitatori assai diversi da quelli abituali e ci dovremo occupare del pubblico locale, al massimo regionale e nazionale con pratiche di mediazione sempre più innovative e coinvolgenti. È un tema questo che ho condiviso con l’assessore alla Cultura. Assieme stiamo immaginando come valorizzare con maggiore decisione e forza la rete dei musei civici. Sono musei che hanno costi di gestione tollerabili e che possono accogliere con sicurezza quote ragionevoli di pubblico.
Tante volte abbiamo cercato di dirottare i flussi. Ora è tempo di offrire percorsi alternativi. A cominciare dall’arte moderna e contemporanea. Dovranno riaprire, dunque, i musei civici nell’interesse delle famiglie e dei giovani fiorentini e toscani tanto per cominciare. Tutto sarà fatto con le precauzioni d’obbligo e le dovute cautele. Ci stiamo confrontando anche su tutte le possibili agevolazioni, viste le difficoltà economiche della maggior parte delle persone. I musei pubblici non sono necessariamente costretti a fare numeri per riempire le casse. Il godimento dell’arte non è una spesa, si badi bene, ma un investimento, un arricchimento in termini di civiltà, di felicità e soprattutto di desiderio.
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