Unione Europea del Ricatto

Come si costruisce un sistema totalitario dell’informazione. L’UE ci dice quali sono le “fonti attendibili” sui vaccini. Tutto il resto è eresia

 

La Redazione

Il fatto è microscopico, ma è l’indole di un modo, di un mondo, di un ‘sistema’. Dalla piccola ulcera, si arriva al corpo intero, corroso. Dunque. Il Portale Europeo delle Informazioni sulla Vaccinazione squaderna, per “iniziativa dell’Unione Europea”, una serie di “informazioni sulla vaccinazione”. Così è. Il sito è un parto dell’UE, costruito con l’European Centre for Disease Prevention and Control e l’European Medicines Agency, che è l’ennesima “agenzia dell’Unione Europea”, “responsabile di valutazioni scientifiche, supervisione e monitoraggio dei medicinali nell’UE”. Un gioco di scatole cinesi, di apparati, di controllori che controllano i controllori. Ad ogni modo, il Portale Europeo bla bla bla, assolve al proprio compito: informa sui vaccini secondo la visione vaccinale promulgata dall’Unione Europea. Tranquillizza. Narra dei “benefici della vaccinazione”, dell’“efficacia dei vaccini”, racconta “come agiscono i vaccini”. Fin qui, tutto bene. Limpido. Corretto. Coerente. Esatto. L’UE ha trovato la soluzione per arginare il Covid, e ne racconta le sorti progressive. Il subdolo accade poco dopo.

Nell’indice del Portale Europeo etc. etc. dopo “Vaccinazione”, “Vaccini: i fatti”, “Schede informative sulle malattie” si accende la didascalia che rimanda a “Fonti attendibili”. Attendibile significa degno di fede, degno di essere creduto; ma le fonti, di per sé, sono attendibili finché qualcuno non dimostra la loro opacità, la loro inconsistenza. Tutte le fonti, infine, falliscono, evolvono, mutano: altrimenti, il degno di fede trasmigrerà nel fedele, e la fonte in testo sacro. Secondo l’Unione Europea le “fonti attendibili” sono il The Vaccine Safety Net, “una rete mondiale di siti web istituita dall’Organizzazione mondiale della sanità”, la European Medicines Agency, l’ECDC, l’UE medesima. Insomma, è un gatto che si morde la coda. Chi produce informazioni è la fonte di se stesso, il mandante è il mandatario, il controllore è il controllato, siamo nel precipizio di un vicolo cieco. L’UE indica anche i siti web ufficiali dei singoli Paesi (come a dire che tutto il resto si muove nell’anarchia, nel non-ufficiale, nell’irriconoscibile): in Italia le “fonti attendibili” sono il Ministero della Salute e il sito Vaccinarsi prodotto dalla Società Italiana di Igiene con il patrocinio del Ministero della Salute. Ancora una volta, il gatto che si morde la coda, il narratore che giudica la propria narrazione da sé. La dizione “Fonti attendibili”, per altro, mette subito in chiaro che ulteriori altre fonti non lo sono: chi sgarra dal racconto dominante si pone nell’ambito dell’eresia. La didascalia – scritta in modo becero, con grammatica da cretini – è chiara: “Nell’esaminare le informazioni sulla salute, può essere difficile valutare la qualità e l’accuratezza di quelle reperite. Con tutte le informazioni in materia di vaccinazione disponibili su Internet e presenti sui social, talvolta è possibile perdersi”. Per non perdersi e restare sulla retta via, leggi ciò che ti dico io.

Davide Brullo
Nemico
29 Dicembre 2020
Il Vaccino Messia

 

Il dettaglio è infimo, l’esito è sovietico. La costruzione di apparati piramidali, proteiformi, ‘mostruosi’ annienta il contrasto, il contraddittorio: chi ha l’audacia di sfidare Leviatano? Non si parla, qui, della cosiddetta ‘controinformazione’ – che produce reddito, benché infinitamente inferiore di chi propala l’etica messianica del vaccino costi quel che costi –, né delle vostre opinioni sui vaccini (affari vostri), ma della comune, banale informazione. Il ‘quarto potere’, la figura di mezzo, vagabonda, ondivaga, caina: il giornalismo. Ben fatto, strutturato, ardito. Dileggiato da anni, irriso, corroso, fino a farne una specie in via di estinzione, sostituita dai tanti scrivani, estrosi in cravatta, che si rivoltano nel trogolo di Stato, nel pensiero ovvio televisivo, nella rabbia indotta, nell’urlo ubiquo, greve. Dov’è il giornalista che scava tra le fonti denunciandone il fallimento? Dov’è il giornalista che mette in scacco il potere, che scava tra le oscurità dell’apparato, che racconta i fatti?

Il potere esiste, vegeta, vibra finché detiene il potere dei fatti, finché riesce ad annientare ogni altro mito che non sia il proprio: sopravvive finché stigmatizza ogni altra narrazione come ‘inattendibile’. Ma questo sistema di potere non ha più nulla di democratico: è la raffigurazione marmorea di una oligarchia fondata sul denaro, che ha bisogno di cittadini obbedienti, di consumatori attivi, la cui indignazione è orientata verso temi vaghi, indefiniti, innocui (il razzismo, il femminismo, l’omofobia…). Ma questa non è democrazia, è il Sacro Impero Europeo del Ricatto. Occorre ricordare, infatti, che una istituzione statale, politica, non ha bisogno di dirci quali sono le fonti attendibili, dacché saranno altri – i cittadini – a giudicare l’attendibilità di quella istituzione, nazionale, europea, mondiale. Bisogna ricordare che le sfilate dei No Green Pass, dei No Vax etc. sono la democrazia, perché la democrazia – negli ovvi limiti di legge – esiste finché si scende in piazza a protestare, a gridare, a dialogare; finché non si decide, a priori, che una piazza è migliore di un’altra, una protesta è più conveniente di altre. La democrazia esiste finché una istituzione statale opera e si denuda, alla mercé dei cittadini: non ha niente da nascondere. Ma visto che questa è pura utopia – si governa sempre tra le ombre, nella dissimulazione – l’UE preferisce adottare criteri sovietici, anzi, cinesi. Il cittadino in ogni ambito, soprattutto il più intimo, la salute, privato del proprio privato, derubato del proprio unico, deve asserire, essere servile.

Contemporanea
Pietro Castellitto
I Predatori

Questi sono tempi affascinanti, in effetti. È bastato un virus, non più grave di altri che hanno sarchiato la storia umana, per esacerbare gli animi, esasperare il potere della paura, mandare all’aria una civiltà sotto il ricatto dell’emergenza. Il virus costringe a ripensare la nostra visione del mondo. Che idea abbiamo dello Stato? Crediamo che debba esistere per proteggere l’iniziativa individuale o che condizioni, dalla culla alla tomba, l’esistenza intera dell’individuo? Nell’era esangue, privi di spirito e di eccitanti, di eros e di riti, siamo disposti a demandare tutto a un altro, il cinghiale statalista. L’UE, ad esempio, si configura già come una Chiesa, come un altro Vaticano: io sono la verità e queste sono le mie fonti, ci dice. Teologia del Vaccino Messia.

Effettivamente, la libertà è pericolosa, mette tutto in questione, è un rischio.

“Invece di assumere il dominio della libertà umana, tu l’hai accresciuta e hai sovraccaricato con i suoi tormenti il regno spirituale dell’uomo, per sempre… Ma ignoravi forse che alla fine egli avrebbe rigettato e messo in discussione perfino la tua immagine e la tua verità, se fosse stato schiacciato da un fardello così spaventoso come il libero arbitrio?”

Nell’anno del bicentenario, son tutti buoni a citare Dostoevskij, ma chi ne valuta gli abissi? Chi ha il coraggio di sobbarcarsi il “fardello così spaventoso” della libertà? Non preferiamo, piuttosto – tacitamente, imbracciando un ribellismo da divano, da ignavi – la venerazione delle potenze istituite? Libertà significa, anche, libertà dalle proprie opinioni, da quelle altrui; ingresso nell’inattendibile, nell’inatteso.

Che idea abbiamo del lavoro? L’economia è il cecchino del ricatto. Siamo soggiogati dal lavoro, servi del reddito, consumatori ruminanti. A cosa serve il lavoro? Per costruire qualcosa o per evocare frustrazione, livore, impero sadico? Il lavoro esiste come esigenza di preghiera, l’azione è l’altro lato della contemplazione: in sé, il lavoro è gioia, vita. Se il lavoro è non-vita, si esercita in funzione del guadagno, del denaro, entriamo nel mondo della rabbia, della sopraffazione, della salute come santità, varchiamo il regno dell’infido, dell’infamia, dove il malato e il libero pensatore sono tacciati di eresia, degni di essere espulsi dal consesso civile.

“Nella filosofia popolare della nostra epoca è sottinteso che il fine della vita umana è l’azione… che una società è buona nella misura in cui le azioni dei suoi membri contribuiscono al progresso tecnico e organizzativo… esplicitamente o implicitamente si vede questa Weltanschauung moderna sbandierata su ogni pagina riservata agli annunci pubblicitari, su qualsiasi quotidiano o rivista”.

Aldous Huxley

Il lavoro ci tiene sotto ricatto. Il contemplativo non ha paura di nulla. Tanto meno della morte.

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