di Pierluigi Piccini
Bisogna essere onesti, e ammettere come la maggioranza che governa in Comune sia capace di digerire tutto: andate, ritorni, nomine, capriole di assessori che vanno e vengono. È pur vero che gli assessori rispondono direttamente al sindaco, di cui ne è responsabile, quindi devono godere della fiducia del primo cittadino. A guardare bene, dobbiamo convenire che, nel via vai egli asesori, non sono stati rimossi quelli di espressione partitica, mentre ad andarsene (o, meglio, ad essere sostotuiti) sono stati proprio quelli privi di una diretta emanazione di partito. La Pugliese aveva una provenienza più civica, quella di Marzucchi, anche se nel corso del tempo aveva dato prove di autonomia amministrativa. L’altro civico è Marco Falorni, diventato recentissimamente capogruppo del suo movimento oltreché presidente del Consiglio comunale, lo stesso movimento che durante l’ultima campagna elettorale veniva dichiarato come quello di diretta appartenenza del Sindaco. Nel corso del mandato, tuttavia, abbiamo assistito anche ad un progressivo allontanamento dalla gestione amministrativa di De Mossi, che tuttavia non ha impedito la notevole riduzione dei consiglieri di Impegno Civico Siena. L’altro assessore è Tirelli, uno di quelli senza copertura partitica. Quest’ultimo merita qualche considerazione. Durante la conferenza stampa che ha annunciato il rimpasto, il sindaco ha elogiato l’operato dell’assessore al commercio e turismo, aggiungendo che sarebbe rimasto sicuramente a Siena. Domanda: allora perché è stato rimosso? Se era così bravo, sarebbe dovuto rimanere a rigor di logica. Oppure rimarrà comunque a Siena, ma a fare cosa? Non lo sappiamo, ma non è momentaneamente interessante. Per contro, se è stato rimosso, al di là dei convenevoli, vuol dire che ha lavorato male. Allora, quali potrebbero essere le motivazioni della sostituzione? Al momento, non essendoci nessuna spiegazione né discussione sul rimpasto con gli annessi e connessi, è difficile fare delle ipotesi. Potremo tentare, comunque. Vediamo: l’alleanza con la Confcommercio e il relativo riverbero sulle nomine prossime venture nella Fondazione Monte dei Paschi? Ci potrebbe stare. Ma forse c’è qualcosa di più e questa ipotesi è veramente tutta in funzione elettorale, come tutto ciò che si sta muovendo in Palazzo. Tirelli, se ingaggiato per la prossima scadenza amministrativa, potrebbe rappresentare “l’uomo in più”. C’è da porsi una domanda: ma siamo sicuri che tutta questa confusione, che pure dura da tempo, vada a vantaggio della coalizione dei partiti che sostiene l’avvocato De Mossi? O risponde ad altre logiche? Mah! Se dovessimo interpretare il silenzio enzimatico dei partiti di centrodestra sembra che tutto vada bene. Chissà cosa ne penseranno gli elettori?