Le stagioni di Oscar Ghiglia tra l’Europa e la Toscana

Laura Antonini

 

Sarà un modo per conoscere la pittura di un artista toscano che ha molto prodotto a Firenze nel Novecento e che, tesaurizzato soprattutto dal collezionismo privato, non è ancora noto al grande pubblico.

Da domani al 13 settembre il Museo di Palazzo Medici Riccardi restituisce con la rassegna Oscar Ghiglia. Gli anni di Novecento il lavoro del pittore livornese (1876-1945) che scelse Firenze come città di sviluppo artistico. A cura di Leonardo Ghiglia, Lucia Mannini e Stefano Zampieri, promossa da Città Metropolitana e organizzata da Mus.e in collaborazione con l’Istituto Matteucci di Viareggio la mostra raccoglie oltre cinquanta opere che, esposte nelle sale attigue alla limonaia di Palazzo Medici Riccardi, testimoniando i rapporti stretti dell’arte di Oscar Ghiglia con quella di Giovanni Fattori che gli fu maestro, le influenze reciproche con il concittadino Modigliani che lo ammirava e con cui condivise alcuni anni fiorentini, e la capacità di accogliere e proporre le tendenze arrivate dai colleghi pittori d’Oltralpe, uno tra tutti Paul Cézanne così riconoscibile nelle sue nature morte. «Lo straordinario itinerario creativo di Oscar Ghiglia — hanno spiegato i tre curatori — attraversa la prima metà del Novecento seguendo il pulsare degli eventi della storia, lungo le rotte di una pittura di grande fascino e originalità. Un percorso di quasi cinquant’anni durante i quali s’avvicendano diverse stagioni creative, e con esse i colori, la luce, la lunghezza delle ombre di un artista dal carattere difficile, avverso alla vita pubblica e al mondo delle esposizioni. Dedicare una mostra a Oscar Ghiglia nel periodo del movimento artistico del ristorno all’ordine di Novecento significa ricollocare nella corretta prospettiva storica e critica la ricerca portata avanti da pittore nel corso degli anni Venti».

Non solo. «L’intento di questa rassegna — continua Lucia Mannini — è cercare di far riemergere un patrimonio che oggi, custodito per la maggior parte in collezioni private, ad eccezione di alcune opere provenienti dalla galleria d’Arte Moderna di Palazzo Pitti, può finalmente essere visto seguendo una narrazione che intreccia temi e cronologie». L’inaugurazione ufficiale sarà oggi pomeriggio (dalle 15 alle 18) con partecipazione del pubblico previa prenotazione info@oalazzomediciriccardi.it. Il percorso in un allestimento razionale parte dal celebre Autoritratto del 1920 in arrivo dalle Gallerie degli Uffizi, procede con alcune nature morte come Alzata con arance per poi arrivare alla sala che testimonia il rapporto con Modigliani mettendo a confronto un nudo femminile di Ghiglia con un disegno dell’amico livornese. Le ultime due sale che vantano l’allestimento di Luigi Cupellini inquadrano quindi l’artista nel movimento del «realismo magico» grazie a quadri dove gli oggetti sembrano farsi materia e come una suggestione, al centro della sala sotto una teca, è esposto anche l’originale di un vaso da fiori di ceramica che il pittore propone in due diverse versioni. Durante il periodo espositivo sono poi in programma visite guidate (tutti i sabati e le domeniche alle 16.30 comprese le festività pasquali), ma anche grazie all’attività di Mus.e atelier di pittura per le famiglie e incontri di approfondimento, sia in presenza sia a distanza, sulla vita, sul pensiero e sull’opera del pittore.

 

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