VALERIA STRAMBI
L’Accademia di Belle Arti di Firenze trasformata in un “Salon”. Dipinti e sculture, disegni e bozzetti realizzati da studenti e professori prenderanno vita nel chiostro della più antica tra le istituzioni pubbliche di formazione artistica del Paese. Proprio come accadeva a Parigi alla fine del 1600. A lanciare l’idea è il professor Carlo Sisi, appena nominato presidente dell’Accademia da parte del ministro dell’Istruzione, Marco Bussetti: «Penso a una Biennale delle arti da organizzare negli spazi della scuola — annuncia — Un appuntamento che coinvolga tutta la città, ma che attiri visitatori anche da fuori valorizzando il talento di chi si sta formando e di chi, invece, già insegna». Alla base del progetto la volontà di far conoscere uno dei gioielli di Firenze: «È un passaggio che trovo necessario — specifica Sisi, stimato storico dell’arte che, tra gli altri incarichi, ha diretto la Galleria d’Arte Moderna e del Costume di Palazzo Pitti ed è stato presidente del Museo Marino Marini — È importante riconquistare la geografia della città, aprire l’Accademia, far capire che all’interno delle nostre sale c’è una intensa attività didattica ma anche una frenetica produzione poetica e artistica». Ma non è l’unico progetto che Sisi ha in mente. «Perché non creare una Cittadella delle arti staccata dai circuiti tradizionali del turismo? Immagino un quadrilatero alternativo che coinvolga tutti i nostri vicini di casa illustri: dalla Galleria dell’Accademia all’Opificio delle Pietre Dure, dal Conservatorio Luigi Cherubini al Museo Archeologico. E ancora, il Museo di San Marco, l’Istituto degli Innocenti, l’Orto Botanico, il Chiostro dello Scalzo e il Cenacolo di Sant’Apollonia».
L’immagine è quella di un vero e proprio Polo della creatività che si animi dalla mattina alla sera e che accolga mostre, spettacoli ed esibizioni: «L’ottica è quella multidisciplinare — afferma Sisi — Immagino musica, danza, convegni aperti a un pubblico anche molto giovane». Il nuovo presidente punta a un dialogo sempre più stretto con le altre istituzioni, anche se resta ancora da risolvere il nodo degli spazi. Da tempo la Galleria dell’Accademia chiede di poter avere parte delle stanze dell’Accademia di Belle Arti: «Il dialogo con la direttrice Cecilie Hollberg sta andando avanti e anche attraverso un tavolo di lavoro troveremo il modo di rispondere alle loro e alle nostre necessità. Il progetto sarà da impostare come una condivisione e non certo come una sottrazione». Tra le cose in agenda c’è anche il raggiungimento della copertura wi-fi in tutte le stanze dell’Accademia, oltre a un potenziamento della didattica: «Negli ultimi anni abbiamo avuto una crescita esponenziale di allievi, molti dei quali stranieri — conclude Sisi — Ci confronteremo sulla possibilità di immaginare nuovi percorsi, tenendo comunque sempre conto degli spazi e delle risorse a disposizione».