L’idea di un candidato e programma comuni. Il centrodestra attacca: mossa patetica
D. Gor.
ROMA Abbandonata ogni ritrosia, il Movimento 5 Stelle cede all’invito pd di correre insieme per le prossime Regionali, a partire dall’Umbria.
La formula che evita ai grillini di usare la parola «alleanza» o «coalizione» è «patto civico»: una buona via d’uscita anche per il Partito democratico, che proprio nell’Umbria che fin qui ha governato rischia di pagare le conseguenze dello scandalo sulle assunzioni pilotate per la sanità.
Luigi Di Maio lancia l’operazione con una lettera al quotidiano La Nazione ricordando che a causa di quell’inchiesta per corruzione «la fiducia nelle istituzioni da parte dei cittadini è crollata». Perciò «c’è bisogno che tutte le forze politiche di buon senso facciano un passo indietro e lascino spazio a una giunta civica, che noi saremmo disposti a sostenere esclusivamente con la nostra presenza in consiglio regionale, senza pretese di assessorati o altri incarichi. Ci aspettiamo che tutti gli altri facciano lo stesso». Il leader dei 5 Stelle continua dicendo che «ognuno correrà con il proprio simbolo in sostegno di un presidente civico e con un programma comune».
Mentre le due forze alleate a livello nazionale si danno da fare per individuare «un candidato presidente dell’Umbria fuori dalle appartenenze partitiche», fioccano i commenti.
La reazione del Pd è ovviamente entusiasta. Il segretario, Nicola Zingaretti, fa sapere che «anche in Umbria il confronto può andare avanti. Ci sono tutte le condizioni per un processo nuovo». Dario Franceschini, ministro della Cultura, interpreta come «cose importanti» quanto scritto dal leader grillino. E il commissario del partito per l’Umbria, Walter Verini, apprezza «il fatto nuovo e significativo: un’intesa a livello regionale può essere praticata». A cantare fuori dal coro è Giacomo Portas: «Di Maio è disperato. La paura di scomparire fa brutti scherzi. Spero che il Pd non lo consideri o ci ritroviamo Salvini ancora più forte».
La proposta M5S
«Un passo indietro delle forze politiche: sosteniamo la giunta ma senza entrarci»
Il resto della sinistra sostiene l’idea di correre alle Regionali fianco a fianco con i 5 Stelle. «È la strada giusta» per Roberto Speranza, segretario di Articolo 1 e ministro della Salute. Condividono il deputato di Leu Stefano Fassina e il suo collega, ed esponente di Sinistra italiana, Nicola Fratoianni.
Tutt’altra musica, invece, arriva dal centrodestra: pregustava una vittoria a mani basse in Umbria proprio grazie allo scandalo che ha coinvolto la giunta regionale uscente e dimissionaria; ma un’unione M5S-Pd anche a livello locale potrebbe mettere a rischio i risultati del voto. Così parte l’attacco.
«Mettetevi insieme quanto volete, tanto il popolo non è scemo e vi manda a casa», arringa i suoi a Pontida Matteo Salvini. Il capo leghista parla dei 5 Stelle «che, pur di non scomparire, vanno dal Pd con il cappello in mano. Che fine triste per chi predicava la rivoluzione». Poi aggiunge: «Stanno preparando un ritorno al passato, ma l’unico ritorno che ci interessa è quello al futuro, alla chiarezza».
Da Forza Italia, il vicepresidente Antonio Tajani vede l’iniziativa di Di Maio come «propaganda per cercare di avere un po’ più di consensi. Noi da tempo stiamo lavorando con le liste civiche per costruire l’Altra Italia. L’apertura al civismo, dunque, non è una grande novità». Per la capogruppo al Senato, Anna Maria Bernini, e la sua omologa alla Camera, Mariastella Gelmini, si tratta di «un patetico espediente per avviare il confronto spartitorio con il Pd». Mentre il deputato di FdI Emanuele Prisco afferma: «Le alchimie degli apprendisti stregoni che funzionano forse per i giochi di palazzo romani non fermeranno il vento del cambiamento».
Il segretario dem
«Avanti con il confronto. Ci sono tutte le condizioni per un processo nuovo»