Un altro colpo ai direttori stranieriSchmidt: non so se piangere o ridere.

Musei: il caso Mantova fa discutere. Ministro furioso: che penseranno nel mondo?

Edoardo Semmola

 

«Italia, ti cambio. Questa sfida va vinta, dobbiamo farlo per l’Europa». Lo spirito battagliero e ottimista è quello di Eike Schmidt, manager tedesco da oltre due anni alla guida degli Uffizi. Affranto ma «non sorpreso» dalla nuova sentenza del Consiglio di Stato che ha rimesso in discussione la riforma del sistema museale del ministro Franceschini e la scelta di affidare anche a direttori stranieri la guida dei grandi musei. I pareri che si sono susseguiti ai ricorsi degli scorsi mesi da Mantova hanno fatto infuriare il ministro: «In Italia è davvero difficile fare le riforme» ha sbottato con un tweet. I due direttori tedeschi a Firenze, Schmidt per gli Uffizi e Cecilie Hollberg all’Accademia, non sono direttamente coinvolti, ma rimangono in attesa di capire le possibili ripercussioni di questa nuova marcia indietro. Nella loro argomentazione i giudici hanno dato l’ok alla procedura per la valutazione dei direttori ma rimettono la decisione sull’apertura agli stranieri all’adunanza plenaria. «Dopo 16 decisioni del Tar e 6 del Consiglio di Stato — ha scritto il ministro — quest’ultimo cambia linea. Cosa penseranno nel mondo?».

Se la Hollberg è cauta: «Mi sembra prematuro dare un opinione sul destino di noi direttori extra-italiani», Schmidt è più risoluto: «Si procede a singhiozzo, il problema non sono le persone ma il sistema-Italia, non parliamo dello sbaglio di un giudice o di un legislatore, ma della super-complessità del sistema normativo, sempre più frammentario, con norme in contrasto l’una con l’altra, una gran confusione non solo per i non esperti ma anche per gli addetti ai lavori. Non so nemmeno più a chi dare la colpa».

E si ripromette: «La delusione è tanta, non so mai se arrabbiarmi o ridere ma non mi pento di essere venuto qui, mi godo ogni minuto nonostante le continue sfide alle complicazioni italiane. Quella di portare l’ordinamento italiano in linea con il resto del continente è una sfida che va vinta, per l’Italia e per l’Europa, e nel mio piccolo voglio dare un contributo».

 

Sabato 3 Febbraio 2018, Corriere Fiorentino.

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