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E Speranza invita a passare le vacanze di Natale in Italia

di Monica Guerzoni

Lo stesso si farà sulle regole del Natale. In conferenza stampa Speranza ha schivato la domanda su feste e cenoni perché teme che il «tormentone» parta in anticipo. Ma il calendario non fa sconti e il ministro si rassegna a sfogliarlo: «Al momento non abbiamo pianificato ulteriori interventi normativi, non ci sono norme allo studio. L’inverno è la stagione più insidiosa perché si sta più al chiuso, quindi il mio invito è alla prudenza totale, a indossare le mascherine e rispettare il distanziamento». Chi sta programmando viaggi all’estero può comprare serenamente il biglietto? «Io sono per le vacanze in Italia», prova a cavarsela con una battuta Speranza. Come se lo immagina, il Natale 2021? «Se i reparti ospedalieri tengono non scatteranno misure e sarà un Natale come gli altri prima del Covid. Se invece i ricoveri salgono scatteranno le misure nei territori, in base al sistema dei colori. Non abbiamo mica sospeso la legge che prevede le fasce di rischio… Con il giallo tornano le mascherine all’aperto e al ristorante c’è il limite di 4 a tavola». E qui il ministro si ferma. Forse perché in una fase di (cauto) orgoglio, con il nostro Paese che può vantare le uniche sei regioni d’Europa nella fascia più bassa di rischio, non vuole evocare quella cartina d’Italia a macchie gialle, arancioni e rosse che ha scandito le fasi più dure della pandemia.

«Il mio è un messaggio di prudenza, ma voglio ringraziare gli italiani che all’86% si sono vaccinati, anche gli ultimi 17 mila che, dopo tanti dubbi, hanno fatto la prima dose». E i no vax, che continuano a protestare nelle piazze? «Li invito a osservare la evidente proporzionalità inversa tra numero di vaccini e numero di contagiati. C’è un lavoro massiccio di persuasione da fare su quel 12 o 13 per cento di persone che sono no vax, hanno paura o sono difficili da contattare. Dobbiamo convincerli uno per uno. Ogni vaccino in più rende il nostro scudo più forte». Arrivano notizie incoraggianti sul fronte delle cure. Le nuove pillole anti-Covid di Merck e Pfizer sono «ulteriori strumenti che possono aiutarci, ma non possono certo sostituire l’arma fondamentale che è il vaccino». Quando finirà questo lungo incubo? Dovremo vaccinarci contro il Covid ogni anno, come per l’influenza? «Lo capiremo con i mesi — sospira Speranza —. Ma quando hai una fetta larghissima di popolazione vaccinata affronti meglio il virus. Passato l’inverno, se a livello mondiale salirà la copertura vaccinale sarà più facile evitare ulteriori varianti». Ne arriveranno ancora? «È un tema vero che giustamente ci preoccupa».

 

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