“Il turismo italiano è stato sempre considerato dalla politica di ieri e di oggi come la ‘cenerentola’ dell’economia italiana, subordinato al business delle grandi opere inutili e delle trivelle che deturpano il nostro territorio; ridotto a mero generatore di marketing e penalizzato da una macchina amministrativa inadeguata. Una situazione che, in base alla ricerca ‘Turismo 2030’, rischia di protrarsi nei prossimi dieci anni se non cambieranno le priorità delle politica e l’attuale modello di sviluppo economico”. Lo dichiarano i deputati del MoVimento 5 Stelle della Commissione Turismo, Mattia Fantinati, Azzurra Cancelleri e Marta Grande, in occasione della presentazione a Milano della ricerca “Turismo 2030, Come evolverà il turismo nel prossimo decennio”; la ricerca iniziata nel maggio e terminata nel dicembre 2017, è stata ideata e diretta dal sociologo del lavoro Domenico De Masi con la collaborazione di 11 esperti, che, in base al metodo Delphi, hanno dato il loro contributo senza conoscere l’identità del committente. “Il nostro programma di Governo cambia l’attuale paradigma puntando su una governance unitaria, con un Ministero del Turismo, autonomo e con proprio portafoglio, che garantisca un coordinamento nazionale tra Regioni ed enti locali; incentivi per uno sviluppo sostenibile e digitale; sgravi fiscali per le imprese (rimodulazione tassa di soggiorno, riduzione Imu, Tari proporzionale all’effettiva produzione di rifiuti); formazione per gli operatori del settore; valorizzazione e promozione integrata del Made in Italy; regole e trasparenza per la sharing economy”.
“L’Italia è il Paese più desiderato al mondo ma è quinto, nella classifica mondiale degli arrivi, e addirittura settimo in quella del fatturato. Ad esempio – spiegano i parlamentari 5stelle – nel 2015 l’Italia con quasi 51 milioni di turisti stranieri ha guadagnato 777 dollari per ogni turista, ben al di sotto del Regno Unito, che invece nello stesso anno ha guadagnato 1323 dollari per turista pur avendo registrato solo 34,4 milioni di turisti, o della Germania, con 1054 dollari a turista con 35 milioni di turisti. Per colmare questo gap è necessaria una visione strategica di lungo termine. Nel 2030 il turismo mondiale interesserà 1,8 miliardi di persone, l’80% in più rispetto al miliardo di turisti del 2013, che hanno speso 1200 miliardi di dollari. La concorrenza tra i Paesi sarà sempre più spietata. Se non ci attrezziamo per il cambiamento già in atto, rischiamo di perdere terreno nonostante le grandi potenzialità che tutti i nostri competitor ci invidiano”.
Che posizione avrà il turismo italiano tra 10 anni quando il numero di turisti nel mondo raggiungerà, secondo la ricerca, la cifra di 1,8 miliardi ed ognuno disporrà di 200.000 ore di tempo libero? Riuscirà l’italia a tenere testa con il suo potenziale di arte, cultura, paesaggio ed enogastronomia a tenere le posizioni fino ad oggi acquisite? Qui la ricerca descrive le minacce e le opportunità per l’Italia in un decennio, per il turismo, di grande crescita e grandi cambiamenti provando anche ad indicare una strategia.
SCHEDA: IL TURISMO ITALIANO IN CIFRE L’Italia è tra i dieci Paesi più visitati al mondo e la meta più desiderata nell’immaginario collettivo degli stranieri. In particolare, in base alla classifica stilata dal World Tourism Barometer (dati 2015), l’Italia si pone al quinto posto con quasi 51 milioni di arrivi dall’estero a cui vanno aggiunti gli oltre 58 milioni di italiani registrati dall’Istat che si sono spostati sul territorio nazionale, per un totale di 109 milioni di turisti. In totale le presenze sono state 393 milioni, di 193 stranieri e 200 italiani. Tra le città più visitate, Roma con circa 25 milioni di presenze, Milano (11,7 milioni), Venezia (19,2), Firenze (9,1), Torino (3,5) e Napoli (2,9).?Quanto valgono questi flussi turistici per l’economia nazionale? Secondo il World Travel and Tourism Council, nel 2016, la nostra industria turistica vale 70,2 miliardi di euro (ovvero il 4,2% del Pil) che salgono a 172,8 miliardi di euro (il 10,3% del Pil), se si aggiunge anche tutto l’indotto. Dal punto di vista occupazionale i lavoratori del settore sono circa 2,7 milioni.?L’Italia, pur registrando un numero maggiore di arrivi, guadagna di meno rispetto ad altri Paesi meno visitati. Ad esempio nel 2015 l’Italia con quasi 51 milioni di turisti stranieri ha guadagnato 777 dollari per ogni turista, ben al di sotto del Regno Unito, che invece nello stesso anno ha guadagnato 1323 dollari per turista pur avendo registrato solo 34,4 milioni di turisti o della Germania, con 1054 dollari a turista con 35 milioni di turisti.?Attualmente si contano oltre 2 milioni e 250 mila posti letto, di cui solo 827mila a quattro e cinque stelle, per l’offerta alberghiera e oltre 2,6 milioni di posti letto per quella extra-alberghiera, di cui la metà in campeggi e villaggi turistici.