Trump fa tremare l’export toscano.

Maurizio Bologni
Tornano a ballare di paura 3,5 miliardi di fatturato dell’impresa toscana, messi in pericolo dalla nuova fiammata protezionista di Donald Trump. Come un anno fa, poco più. Da allora, però, qualcosa è cambiato nella bilancia commerciale verso gli Stati Uniti, come risulta dai dati elaborati dall’Ufficio studi di IntesaSanpaolo- Banca Cr Firenze. È cambiato “ in meglio”, perché le imprese toscane, pur aumentando in generale le esportazioni (+6,1% a quota 26 miliardi nei primi nove mesi del 2017), hanno ridotto quelle verso gli Usa (- 4,5% nello stesso periodo), condizionate da un atteggiamento guardingo verso un Paese d’improvviso diventato meno amichevole. Ma ci sono settori che hanno continuato « ad investire » sugli Usa: il vino, a cominciare dal Chianti Classico che negli Stati Uniti vende una bottiglia su tre ricavandone 200 milioni di euro, la farmaceutica e l’economia del food& beverage della provincia di Siena, che nei primi nove mesi del 2017 ha aumentato addirittura del 55% l’export negli Usa.
« Niente paura, gli americani non rinunceranno ad aumentare i loro consumi di cibi e vini toscani di qualità nonostante Trump», cercano di gettare acqua sul fuoco gli operatori economici. Ma le preoccupazioni si basano su dati oggettivi. Gli Stati Uniti restano il secondo Paese d’importanza per le esportazioni toscane. Sebbene, in seguito all’avvento di Trump e dopo tre anni di corsa, abbiano ingranato una retromarcia significativa (- 209,5 milioni di euro nei soli distretti toscani nei primi nove mesi del 2017), rappresentano sempre il 10% (era l’8% nel 2008) dei quasi 35 miliardi di vendite all’estero della Toscana. Ci sono aziende che portano in America quasi tutta la loro produzione.
Secondo IntesaSanpaolo, sono le imprese fiorentine quelle che fanno più affari negli Usa: il 38% del totale dei ricavi toscani negli Stati Uniti, pari a circa 1,3 miliardi (+ 4% nei primi nove mesi 2017). Meccanica e filiera della pelle sono i settori che hanno le quote maggiori di vendita (rispettivamente 17 e 16%), ma un vero boom lo ha fatto registrare la farmaceutica: + 151%. « Se dovessero essere confermati i dazi all’import statunitense di acciaio e alluminio, gli effetti sull’export toscano dovrebbero essere relativamente contenuti – dice Sara Giusti, della Direzione studi e ricerche IntesaSanpaolo – Tuttavia, le conseguenze potrebbero essere maggiori se gli attriti tra Stati Uniti ed Europa dovessero degenerare in una guerra commerciale, coinvolgendo un insieme più esteso di settori».
Fonte: La repubblica, www.repubblica.it/