di Pierluigi Piccini
Il Comune di Siena, mesi fa, ha rifiutato di firmare la convenzione che lega i Comuni della Provincia di Siena e le Ferrovie al Treno Natura. Contano i fatti, ovvero gli atti, nel caso degli enti pubblici. Poi si può giocare sulle parole, prendendo in giro gli elettori. “Il Comune di Siena continuerà a investire sul Treno Natura?” Non il progetto che tutti conoscono, ma prendendosi una data libera dal calendario, trattando fuori da ogni accordo con il tour operator che gestisce il Treno, calpestando così il lavoro congiunto degli enti che lo gestiscono da anni. Gli amministratori della città di Siena si stanno comportando da separati in casa rispetto al territorio appena fuori le mura, boicottando un treno che parte e arriva da Siena, portando benefici – anche solo di immagine – al capoluogo. Ognuno si potrebbe dire, fa quello che vuole. Ma non è cosi. La normativa – giusta o sbagliata – obbliga il Comune di Siena a un ruolo di coordinamento della promozione e dei servizi rispetto al proprio ambito turistico e gli attribuisce le funzioni che aveva, in materia, la Provincia di Siena. E questo non è un progetto di valenza provinciale? Non è solo un obbligo morale far parte di un programma di promozione ultra comunale. Eppure, quando si tratta di lanciare il Convention bureau, l’assessore Tirelli annuncia “l’accordo e il sostegno dei Comuni dell’ambito turistico Terre di Siena”. Dunque: se un progetto porta vantaggi alla città catalizzando risorse destinate a iniziative di area, allora è di tutti. Quando invece si tratta di partecipare a una iniziativa nella quale i vantaggi, come i costi, sono distribuiti tra i vari soggetti e in un contesto più ampio, allora è solo degli altri. Opportunismo, come abbiamo visto anche in altre situazioni, stanno connotando l’azione amministrativa del Comune di Siena. Questo è un dato di fatto. Arrampicarsi sugli specchi dopo, sia che si tratti di inventarsi dati positivi sul turismo che non esistono o che si tratti di recuperare la faccia sul Treno Natura, non serve a coprire l’evidenza. Questi amministratori avrebbero l’occasione di sembrare tali se solo si prendessero la responsabilità degli errori propri, come dell’isolamento e dell’ostruzionismo praticato rispetto a un territorio che, pure, dovrebbero contribuire a promuovere quantomeno per legge.