Terremoto in Estra: l’Anac fa decadere Macrì «Ex consigliere comunale, non può fare il presidente»

Aldo Tani

 

arezzo La scure di Anac si è abbattuta su Francesco Macrì. Il presidente di Estra è decaduto dal carica occupata dal 2016 a seguito di una delibera dell’autorità per l’anticorruzione. Prima di dirigere l’azienda dell’energia, Macrì era stato eletto consigliere comunale nelle fila di Fratelli d’Italia-Alleanza per Arezzo, ma la legge prevede che nei comuni con più di 15mila abitanti per passare da consigliere a presidente di una società come Estra sarebbero dovuti passare due anni. Macrì aveva lasciato il Comune il 1 settembre 2016 e dodici giorni dopo era salito al vertice della società del gas. Il problema nasce però un anno dopo quando insieme alla presidenza arrivano una serie incarichi, le deleghe gestionali (ovvero con potere di firma fino a 500 mila euro), e ancora nel 2020, quando viene riconfermato alla presidenza. Per l’Anac queste nomine sono «inconferibili», perché per la legge Severino risultano incompatibili con una società di diritto privato sotto controllo pubblico, non essendo trascorso il così detto «periodo di raffreddamento».

Estra è partecipata da Coingas, che ha tra i soci il Comune di Arezzo. Un dato rilevante anche per la difesa di Macrì, rappresentata da Gaetano Viciconte: «Tutto ruota attorno alla definizione giuridica di Estra. Comunque noi abbiamo deciso di impugnare il decreto amministrativo davanti al Tar del Lazio per chiedere la sospensiva del provvedimento, nella speranza che la sentenza possa essere ribaltata e stabilisca la regolarità di tutti i passaggi».

L’intervento dell’autorità è arrivato a pochi giorni dalla ripresa del processo Coingas, che vede imputati lo stesso Macrì e anche il sindaco di Arezzo, Alessandro Ghinelli, insieme ad altre nove persone. Uno dei filoni che si è sviluppato nell’ambito delle indagini riguarda proprio la nomina di Macri alla presidenza di Estra. I capi di accusa nei confronti del dirigente sono concorso in peculato e abuso d’ufficio. «Non penso che sul procedimento possa influire questa nuova vicenda», ha sottolineato il suo legale .

La vicenda ha innescato la pronta reazione del Pd cittadino, che ha affermato: «L’Anac ha confermato quanto sostenevamo da tempo e ha giudicato inconferibile l’incarico di presidente di Estra a Macrì. Questa situazione di incertezza che si sviluppa tra Tribunale di Arezzo e Anac di Roma, rischia di produrre danni evidenti ad Estra di cui Coingas è socia. E attraverso Coingas, il Comune di Arezzo. Senza dimenticare che esiste una questione morale e di trasparenza che, a nostro parere, viene addirittura prima delle altre».

Il presidente non è l’unico nome sotto la lente di ingrandimento di Anac, perché nella delibera si dà nota dell’avvio del procedimento nei confronti di tutti i componenti dell’organo conferente la nomina. Se fosse appurata la sussistenza dell’illecito amministrativo l’organo rischia di vedersi annullata la possibilità per tre mesi di conferire incarichi di natura amministrativa. Nel frattempo, al passo di lato forzato di Macrì, è seguito l’avvicendamento pro tempore di Alessandro Piazzi, attuale amministratore delegato di Estra. Oggi è in programma il Cda ed è prevedibile che ci siano ulteriori sviluppi.

 

 

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