Successo per l’apertura di SpazioSiena: centinaia di visitatori.

Successo per l’apertura di SpazioSiena: centinaia di visitatori  

L’inaugurazione dello spazio, con la mostra “Piani sulla cometa”, ha visto, nel tardo pomeriggio di sabato 25, una partecipazione enorme per un evento di arte contemporanea

 

SpazioSiena ha aperto i battenti con una clamorosa presenza di senesi. Dalle 18 di sabato 25 novembre, nell’arco di un paio d’ore, quasi 400 persone hanno visitato con curiosità gli spazi di via Fontebranda 5 (all’altezza di Porta Salaria, nei pressi del Campo) . All’interno, hanno ammirato la mostra “Piani sulla cometa”, ideata per raccontare, attraverso diversi linguaggi artistici, i sogni, le vie di fuga e i progetti di cinque giovani artisti. «Evidentemente – osserva Pierluigi Piccini, tra i promotori dell’iniziativa – mancava un luogo aperto, di confronto, dove tanti cittadini possono esprimersi, parlare di problemi e proposte»SpazioSiena nasce per questo: dare visibilità alle nuove generazioni, alla voglia di futuro della città, e come “zona libera” per ospitare idee, confronti. In programma ci sono mostre, dibattiti, workshop, presentazioni di libri, concerti. “Piani sulla cometa”, curata da Stefania Margiacchi, resterà aperta fino al 7 gennaio (orario di apertura: da lunedì al sabato dalle 10 alle 13 e dalle 16 alle 19, domenica su prenotazione su spaziosiena@gmail.com). Le altre iniziative sono in in programma fin dai primi giorni di dicembre.

Il titolo della mostra prende spunto da un tipico detto francese ”plans sur la comète” come metafora di qualcosa di apparentemente irrealizzabile. Dunque, si tratta di una sfida: “Piani sulla cometa” vuole essere creazione di nuovi mondi, di nuovi paesaggi, come nel lavoro di Sofia Bteibet (Milano, 1990), dove le immagini scattate dalla sonda spaziale alla cometa 67P/Churyumov-Gerasimenko durante una missione spaziale vengono rielaborate attraverso la cianotipia. Nel lavoro di Matilde Cassarini (Firenze, 1992) la riflessione ha inizio con il rapporto che l’uomo ha con l’universo e lo spazio profondo. Sembra che l’umanità abbia una missione nei confronti dello spazio, attraverso il video stop motion l’artista si interroga su quali certezze possa avere l’uomo. Anche Andrea Lunardi (Pistoia, 1981) attraverso una mappa del cielo (realizzata prima sul bordo di un’architettura di carta a forma di prisma esagonale irregolare e poi su un cartamodello) suggerisce le infinite possibilità di combinazione. L’incoerenza misteriosa di queste ipotetiche costellazioni diviene un mondo possibile e instabile in cui l’incertezza diviene riflessione sulla trasformazione, sullo scarto e sul cambiamento di ciò che ci circonda, creando nuove forme di senso. Agathe Rosa (Annecy, 1987) interroga ed esplora i limiti della percezione attraverso 80 diapositive in alluminio – frottage delle mura di casa – che, oltrepassate dalla luce, proiettano costellazioni sognate, quelle nate tra il sonno e la veglia: il domestico si apre al movimento continuo di aria e di luce.

Giacomo Ricci (Siena, 1974) attraverso delle esili strutture geometriche, propone una serie di “solidi piani”: un paradosso euclideo, dall’eleganza e finezza concettuale, una sfida alle regole della geometria, dove la visione dello spazio viene definita da una percezione illusoria. In questo contesto, le sculture diventano i corpi celesti dello spazio altro creato dall’artista. Negli interventi site-specific di RosaRicci (Siena e Marsiglia, 2012) la percezione visiva e quella uditiva vengono alterate: fasci luminosi disorientano l’osservatore e ricordano la coda di una cometa e, dalle cantine, un suono monotono, solitario e notturno invece ci trasporta al di là delle frontiere, alla rotazione della Terra e ai cicli astronomici: è il canto di un assiolo percepito però come il segnale del primo satellite mandato nello spazio; il risultato diventa magnetico, elettrico e ci immerge in un paesaggio dalle dimensioni che diventano infinite.