Articolo tratto da il Foglio Quotidiano a firma Renato Brunetta
L’infelice riforma delle popolari, i ritardi su Mps e sulle venete, risparmiatori traditi e contribuenti beffati. Quanto costa l’insipienza di Renzi-Gentiloni-Padoan
Non c’è più religione. Banche che falliscono, “bail in” che non si applica, salvataggi di Stato, vigilanza europea che guarda dall’altra parte. Spread che scendono e borse che esultano. No, non c’è più religione. Intanto noi stiamo pagando il conto e il conto è salato. Il tutto in un mare di opacità e di connivenza.
Per il salvataggio delle banche venete finiremo per dover utilizzare 17 miliardi di risorse pubbliche, quando lo stesso risultato poteva essere raggiunto, intervenendo in maniera tempestiva e risoluta, con costi molto più limitati e senza mettere a repentaglio l’intero sistema bancario italiano.
Avremmo evitato la crisi di fiducia dei risparmiatori, il panico, la corsa agli sportelli, il fallimento di istituti bancari che, per quanto piccoli, assolvevano alla loro funzione di banca del territorio. Avremmo inoltre evitato a numerosi soggetti privati e pubblici di mettere mano al portafoglio nel tentativo di dare corpo al tortuoso progetto del fondo Atlante, che si è tradotto in una enorme dissipazione di denaro (anche da parte della Cassa Depositi e Prestiti) oltre che in un irrimediabile danno per i rapporti tra le fondazioni bancarie.