Stop a nuovi ristoranti in centro. La stretta di Palazzo Vecchio

Regolamento Unesco, sì del Consiglio alle modifiche. Blocco a licenze e ampliamenti dei locali

Antonio Passanese

 

Stop ai «bagarini» davanti ai musei, risciò consentiti solo in alcune aree, nuova stretta sul trasferimento (che sarà vietato in via dei Neri) e l’ampliamento delle attività di ristorazione nel centro Unesco. Ma anche un emendamento che introduce limiti alla circolazione dei mammut rossi nel centro storico.

Sono queste le quattro modifiche al Regolamento Unesco proposte dall’assessore allo Sviluppo economico Cecilia Del Re approvate ieri sera dal Consiglio comunale con 21 sì e 8 astensioni. E sulle quali è stato trovato un accordo anche con le opposizioni (Potere al Popolo, grillini, Firenze riparte a sinistra, Mdp, Forza Italia e Fratelli d’Italia) che, dopo più di due ore di dibattito serrato, hanno deciso di non votare contro. Modifiche che, lo scorso 17 ottobre, avevano già ricevuto il disco verde della giunta ma che da oggi entrano ufficialmente in vigore dato che il Consiglio ha deciso di rendere le nuove norme immediatamente esecutive. «Questi emendamenti consentiranno di migliorare uno strumento già molto efficace — spiega Del Re nel Salone de’ Dugento — Mi riferisco al nostro regolamento per la tutela del centro storico che ha l’obiettivo di alleggerire la pressione commerciale sull’area Unesco e favorirla in altri quartieri di Firenze».

Ma andiamo per gradi e partiamo dalle nuove regole sulla ristorazione: i trasferimenti di attività, da un luogo all’altro del centro storico, saranno comunque consentiti tranne in via dei Neri dove si è raggiunto il limite massimo per quanto riguarda la somministrazione di alimenti. Ma — ed è questa l’altra novità — nei fondi lasciati liberi da ristoranti, bar, pizzerie, caffè e paninari non potranno più aprire locali che propongono cibo, «perché il saldo tra aperture e chiusure dovrà sempre essere pari a zero», ma altre categorie merceologiche più vicine alle esigenze dei residenti. Gli ampliamenti, invece, saranno possibili a patto che non vengano occupati i fondi confinanti. A questo proposito il consigliere di Firenze riparte a sinistra, Tommaso Grassi (che aveva presentato ben quarantotto emendamenti al testo della Del Re), e alcuni colleghi dell’opposizione, avevano chiesto che il divieto sul trasferimento non riguardasse solo Borg’Unto ma anche altre strade soffocate dalla movida: Borgo San Frediano, Borgo la Croce, via del Corso, via dei Benci, via Mazzetta, via Faenza. Ma la maggioranza non ha ritenuto valide le ragioni della minoranza e così ha bocciato tutti gli emendamenti proposti.

«Volevamo aiutare a migliorare questo regolamento — dice il consigliere di Mdp, Alessio Rossi, rivolto al Pd — ma se ci bocciate tutte le nostre proposte allora meglio ritirarle e andare a casa». Per quanto riguarda i cosiddetti «bagarini», nel regolamento — dopo aver ascoltato i direttori dei grandi musei fiorentini — è stata inserita una precisa norma che vieta (in aggiunta alla vendita) anche la mera offerta di pacchetti turistici su suolo pubblico. «Il divieto già c’era ma veniva aggirato dalle agenzie di viaggio che concludevano la transazione in locali affittati nei pressi dei grandi musei — dice Del Re — Per questo, siamo intervenuti vietando anche la mera offerta dei pacchetti». Ed eccoci ai risciò. L’amministrazione, insieme alla soprintendenza, individuerà alcune zone in cui questi mezzi potranno sostare e caricare turisti, ma si pensa anche a percorsi alternativi così da delocalizzare i flussi. Infine i mammut rossi che tanto hanno fatto penare i residenti del centro: «I ‘bussoni’ rossi non potranno più passare nelle zone Unesco di particolare sensibilità: l’obiettivo — conclude l’assessore Del Re — è sempre quello di contribuire a delocalizzare i flussi turistici e promuovere altre aree della città».

 

Fonte: Corriere Fiorentino, https://corrierefiorentino.corriere.it/