Sono solo cartelli elettorali

di Pierluigi Piccini

 

Dopo la conferenza stampa del segretario comunale del Pd, una cosa è certa: questo partito vorrebbe fare da collante per il  centrosinistra in un tentativo di mettere insieme tutto quello che capita. Esattamente come fa De Mossi nel centrodestra; ed ecco  le liste civetta con i soliti noti, a partire dalla socialist-lobby e verso i candidati del 2018 che avevano ottenuto un risultato apprezzabile, non importa di quale schieramento. E poi le capriole a cui stiamo assistendo da un po’ di tempo con la pattuglina dei senesizzatori, Battistini, Colella e Fattorini. Il tutto senza uno straccio di programma, di obiettivi, come se il richiamo ai vecchi elementi identitari fosse sufficiente, mentre tutto è in discussione e in sommovimento. Se proprio vogliamo essere general-generici, basterebbe ricordare  ciò che è successo con la pandemia e ciò che sta succedendo con l’invasione dell’Ucraina: due accidenti che hanno rivoluzionato i concetti di destra e sinistra, lasciando molti orfani per strada.

La proposta di Roncucci ripropone un passato consolidato e nella sostanza non criticabile, un po’ di presente e qualche esigua traccia di un futuro nel quale tutte le vacche di notte sono grigie, con dei ripescaggi come Marzucchi, per la gioia di qualche quarantenne. 

Tutto già visto, ma in una dimensione inedita nella vaghezza dei due cartelli elettorali in competizione prevalentemente sui bacini dei voti, sui nomi che potrebbero portare altri voti e sulle relative promesse elettorali. Si obietterà: ma non è sempre stato così? Appunto, è ora di cambiare.

Noi del Terzo Polo Civico abbiamo preso una strada più faticosa: pensate, stiamo lì a discutere su un manifesto di principi, sul patto di governo con i cittadini, sui criteri per selezionare il candidato sindaco e la squadra di governo, sui temi che dovrebbero presiedere al programma, e a come organizzare una partecipazione degli elettori, nonché un recupero degli assenteisti del voto, liste elettorali effettivamente innovative. Ovvero, tentiamo di ripristinare quella serietà e bellezza della politica, che un modo sbrigativo e interessato di approcciarla ha distrutto; convinti come siamo che Siena abbia bisogno di un vero cambiamento, e di riprendere se stessa.