”Sono qui ad aspettarti…” (1977) di Angelo Maria Ripellino

 

‘’Notizie dall’inverno: una voce da Praga nei versi di Ripellino’’ di Alessandro Fo

Nella notte fra il 20 e il 21 agosto 1968 le truppe del Patto di Varsavia invasero la Cecoslovacchia, che si era avviata a una stagione di riforme passata alla storia come la «Primavera di Praga», divenuta via via sospetta ai leader del ‘blocco sovietico’, e poi decisamente avvertita come pericolosa e ‘deviante’. Angelo Maria Ripellino, da sempre innamorato di Praga e sposato con una praghese, era all’epoca professore di Letteratura russa e di Letteratura ceca all’Università di Roma, e, oltre ad aver promosso in molti modi la cultura boema, aveva accompagnato con corrispondenze giornalistiche piene di speranza quel momento di ferventi aperture politiche. L’oppressione sovietica abbattutasi d’improvviso sulla città del sogno, sui parenti, gli amici, la gente di una terra adorata, assunse per Ripellino i connotati di un grave lutto. Presto non resterà al poeta che rifugiare ferite, stanchezze e malumori fra i lenimenti della letteratura, ponendo mano a quell’immenso affresco, ispirato dall’esilio forzato e dalla nostalgia, che è rimasto nell’opinione degli studiosi il suo capolavoro: il saggio-ballata ”Praga magica ”(Torino, Einaudi, 1973) – nato con l’eloquente sottotitolo Teatro e requiem.
Una delle amiche di famiglia, l’attrice Zora Jiráková, scriveva ai Ripellino lettere così belle che, nel corso degli anni e lungo diverse raccolte, Angelo ne trasformò ben cinque in altrettante poesie. L’ultima, la n. 67, è apparsa nella raccolta ”Autunnale barocco” (Parma, Guanda, 1977), pubblicata poco prima della prematura scomparsa dell’autore.

(‘’Notizie dall’inverno: una voce da Praga nei versi di Ripellino’’ di Alessandro Fo, in Angelo Maria Ripellino, L’ora di Praga. A cura di Antonio Pane, Firenze, Le Lettere, 2008, pp. 271-288)
Foto di Karel Plicka.