SIENA DAVID ROSSI L’OMICIDIO DEL CONCLAVE DEI FRATI NERI.

Roma 20 Dicembre 2014 Corsera.it

MPS non c’e’ dubbio che nello scandalo della truffa dell’istituto di Rocca Salimbeni si intrecciano le storie del malaffare politico e finanziario italiano.Basterebbe analizzare verificare dove e a chi sono finiti centinaia di milioni di euro miliardi per capire che le direzioni erano sempre le stesse la banca veniva depredata da una organizzazione affaristico criminale legata ad un determinato schieramento politico.Esiste dentro Rocca Salimbeni un Conclave dei Frati Neri i veri ispiratori delle strategie della banca legati a doppio filo con la politica,oscuri demiurghi della massoneria italiana quella raffinatissima che vede nel complotto la sua strategia di investimento e nell’oscurantismo le finalita’ dell’egemonia affaristico politica.Personaggi che vivono nell’ombra quasi ricalchi dei managers stessi appaiono nei momenti delle grandi decisioni scompaiono senza lasciare traccia.Son o come sagome appena uscite dai feretri senza occhi incapucciati vivono dentro l’anima degli altri.Il Conclave dei Frati Neri ha ucciso David Rossi perche’ stava per rivelare il nome dei veri demiurghi di MPS i banchieri del malaffare.David Rossi non e’ morto suicida ma porta con se’ il segreto dell’identita’ dei suoi assassini.Chi sono chi erano non lo sapremo mai.Sono esistiti forse oggi sono lontani forse immaginano di tornare da quelle pareti di roccia come fossero vivi.Il Conclave dei Frati Neri domina a Siena da millenni legato a doppio filo con la finanza Vaticana viscerale e trascende al sistema che MPS inondava di denari.In questo intreccio malefico si annidano gli assassini di David Rossi capo della comunicazione di Rocca Salimbeni ma sopratutto amico dei veri padroni della banca.Lo scandalo di Rocca Salimbeni doveva rimanere blindatoi suoi conti segreti sigillati,le altre altissime cariche dello Stato preoccupate del loro coinvolgimento politico hanno deciso che tapapre la bocca a David Rossi era salvare i segreti della banca,i bilanci potevano fottersi.La banca dei MISTERI POLITICI E SEGRETI spegneva il focolaio quel virus che rischiava di infettare l’intero sistema politico italiano.
“Stasera mi suicido, sul serio. Aiutatemi!!!!”. David Rossi aveva scritto all’amministratore delegato, Fabrizio Viola, prima di scegliere la via peggiore per uscire dalla vicenda del Monte dei Paschi di Siena. Rossi, capo della comunicazione di Rocca Salimbeni, mercoledì 6 marzo alle ore 20 circa ha aperto la finestra del suo ufficio e si è gettato nel vuoto. Un gesto su cui pensava da lunedì. Quando, alle otto e 13 minuti, scrive a Viola, in quei giorni aDubai. Una mail fin troppo chiara, già dall’oggetto: aiuto, “help”. Un messaggio di posta inviato per conoscenza anche a un’altra figura di vertice della banca. Una mail alla quale però nessuno inizialmente risponde. Ma poco dopo le 13, Rossi rinnova la sua preoccupazione: “Ti posso mandare una mail su quel tema di stamani? È urgente. Domani potrebbe già essere troppo tardi”. E inizia così un drammatico scambio di mail, agli atti dell’inchiesta sul suicidio di Rossi aperta dalla Procura di Siena, in cui vengono ricostruiti gli ultimi giorni di vita dell’ex braccio destro di Giuseppe Mussari. E, soprattutto, lo stato d’animo in cui Rossi era ormai costretto a vivere. David sente la pressione addosso. Pochi giorni prima, il 19 febbraio, ha subito la perquisizione in casa e in ufficio, i giornali scrivono che lui è ritenuto il trait d’union tra i vecchi vertici, Mussari e Alessandro Vigni, per accordarsi sulle versioni da fornire agli inquirenti. E, come se non bastasse, viene poi accusato di essere il responsabile della fuga di notizie sull’azione di responsabilità decisa dal Consiglio di amministrazione della banca il 28 febbraio contro gli ex vertici di Mps, Nomura e Deutsch Bank.

Notizia che appare su due quotidiani il giorno successivo e della quale, ricostruiscono gli inquirenti, Rossi non era stato messo al corrente. Tant’è che aveva confidato ad alcuni familiari di sentirsi ormai escluso dalle informazioni sensibili della banca. Tre giorni dopo, su denuncia presentata da Viola, la Procura avvia un’indagine per insider trading, finalizzata a individuare il responsabile della fuga di notizie. Il cinque marzo per questo vengono perquisiti abitazioni e uffici di due componenti del Cda:Michele Briamonte e Lorenzo Gorgoni. Rossi no. Mercoledì sei marzo l’agenzia di stampa Reuters alle ore 18.49, a mercati chiusi, pubblica il take sulla quantificazione del danno: “Mps, danni da 700 milioni a Nomura, 500 a Deutsche, in solido con Mussari e Vigni”. Rossi alle 19 comunica alla moglie: “Tra mezz’ora sono a casa”. Ma qui, ipotizzano gli inquirenti, inizia l’ora piu drammatica di tutta l’inchiesta Mps, rossi rimane solo nel suo ufficio, tenta di lasciare un biglietto alla moglie. Ne vengono trovati due, accartocciati: “mi sono fidato di un amico”, “ho fatto una cavolata”. Poi si getta nel vuoto. Dando seguito a quello che aveva annunciato due giorni prima a viola, cercando aiuto. L’amministratore delegato alla seconda mail risponde a rossi. David fa presente le preoccupazioni relative al suo possibile coinvolgimento nelle inchieste, il timore che le voci che avvelenano Siena e Rocca Salimbeni sul suo conto possano aver trovato terreno fertile in Procura. Scrive a Viola l’intenzione di voler parlare con i magistrati, per sapere cosa vogliono. “Mi hanno inquadrato male”, scrive, tra l’altro.
E ancora, sempre nella stessa corposa mail: “Vorrei garanzie dinon essere travolto da questa cosa, per questo lo devo fare subito, prima di domani”. Sono le 14 e 12 di lunedì 4 marzo. Dopo dodici minuti arriva la risposta di Viola: “La cosa è delicata. Non so e non voglio sapere cosa succederà domani. Lasciami riflettere”. Rossi insiste, sente la necessità di parlare con gli inquirenti. Ha bisogno di rassicurazioni da parte dell’amministratore delegato. E riceve però un consiglio: di alzare il telefono e chiamare la Procura. Viola è stato sentito dagli inquirenti anche in merito a questo scambio di mail. E ieri, contattato telefonicamente dal Fatto Quotidiano, ha risposte per mezzo dell’ufficio stampa che in quei giorni era in vacanza con i figli a Dubai. David era a Siena. E non chiederà più aiuto a nessuno, stando a quanto ricostruito dagli atti. E, forse deluso dalle risposte ricevute, si scusa anche con Viola. I due giorni successivi, secondo quanto ricostruito agli atti dagli inquirenti, David vivrà in “costante tensione”, “aveva paura – riferisce uno dei testimoni sentiti – di essere persino arrestato”. L’inchiesta, aperta contro ignoti per istigazione al suicidio, era inizialmente stata affidata al pm Nicola Marini, magistrato di turno la sera di mercoledì sei marzo.

Ma gli sviluppi l’hanno intrecciata all’indagine “madre” sul Monte dei Paschi di Siena e a quella per insider trading, ed è divenuta di competenza anche degli inquirenti titolari degli altri fascicoli: Aldo Natalini, Antonino Nastasi e Giuseppe Grosso. Lo scambio di mail, insieme ad altro materiale e nuove testimonianze raccolte solo nell’ultimo mese, hanno dato un nuovo impulso alle indagini. Il procedimento aperto per istigazione al suicidio sta ora andando verso l’archiviazione.

d.vecchi@ilfattoquotidiano.it