Siena Cambia e l’outlet a Isola d’Arbia.

Ho letto con vivo interesse il comunicato di Siena Cambia sull’outlet a Isola d’Arbia e devo apprezzare l’interesse che suscitano i miei articoli. Attenzione che ha impegnato qualcuno dell’amministrazione comunale ad andare a fare una ricerca nei verbali dei vecchi consigli comunali. Ma andiamo con ordine, prima questione: Siena Cambia ferma il suo candidato a sindaco Valentini, smentendolo. Dicono: ci vogliono i tempi giusti, bisogna riflettere e via discorrendo. L’asse portante dello sviluppo cittadino, perché di questo stiamo parlando, individuato da Velentini, l’outlet, subisce un colpo di arresto. E pensare che doveva sostituire il progetto di Siena 2019. In più se si pensa di risolvere i problemi dell’isola con le armi fatali: auguri! Già un’altra ipotesi è miseramente fallita, lo stadio. Per affrontare i problemi urbanistici di quella zona ben altri dovrebbero essere gli approcci, ma nessuno può prescinde dalla viabilità. A proposito! Perché Siena Cambia, visto che è forza di governo cittadino e non solo, non prende in mano la battaglia per il completamento della bretella tanto sbandierata in campagna elettorale, quella che da Monteroni porta alla Superstrada. Vedere quegli scheletri di cemento armato abbandonati, oltre ad essere un oltraggio al paesaggio, danno l’idea dell’abbandono propria di una zona di risulta. Ecco, già questo, aiuterebbe molto gli abitanti di Isola che potrebbero ricomporre una frazione divisa in due da una diga, la Cassia. Ma andiamo sul l’outlet e le affermazioni da me fatte in Consiglio Comunale, non ho voglia di andare a prendere tutto il verbale per vedere in quale contesto è stato estrapolato il mio discorso. Una domanda comunque la voglio fare: ma perché le rendite di posizione si combattono solo con la quantità e con l’outlet? Non mi risulterebbe. Non esistono altri metodi? Altre terapie? Il commercio senese ha bisogno di essere accompagnato in una prospettiva di crescita e non di essere distrutto. La riqualificazione e la qualità aiutano sicuramente a combattere le rendite di posizione. Per fare questo c’è bisogno di una serie di fattori il primo dei quali è una visione organica dello sviluppo cittadino. Scusatemi, ma ancora non abbiamo capito cosa intendete fare per Il rilancio della città (Siena 2019, outlet) e quali sono i passaggi concreti che avete messo in essere per realizzarlo. C’è bisogno, inoltre, di politiche del territorio e di imposte mirate che aiutino la crescita, viceversa, i cittadini e le attività economiche sono fra le più tartassati d’Italia. L’indebitamento del Comune non sarà colpa vostra, ma è indiscutibile che siamo fra le città più colpite dalla tassazione (acqua, nettezza urbana ad esempio). Ma, la questione principale è proprio quella legata al turismo e al turismo di qualità, argomento quest’ultimo che è al centro del mio articolo. Altri interventi non sono di stretta competenza dell’amministrazione anche se nulla impedisce che qualcosa possa essere fatto, il credito è uno di questi. Chi ha investito in questi anni è stato capace di affrontare, per il momento e pur tra mille difficoltà, la crisi. Investimenti che rischiano di essere inutili se non si intravede un futuro migliore per la città. I senesi spendono meno a Siena forse anche perché gli è diminuito il potere di acquisto, avete nulla da dirmi sulla crisi di alcuni grandi aggregati economici amministrati da esponenti del PD? A già voi non c’eravate e la colpa è tutta dei dirigenti del passato (un altro PD), ma domani che facciamo? Come vedete a questioni complesse si risponde con la complessità e non c’è una unica via di uscita. Certo se le risposte di Siena Cambia sono queste, ho seri dubbi che si possa andare molto lontano. Non prendo in considerazione le affermazioni del Valentini sulla lesa maestà data in replica a una associazione di categoria, non meritano nessun commento.
Pierluigi Piccini