Ed è solo la somma versata dalla Fondazione Monte dei Paschi
Siena, 14 dicembre 2014 – Società di ricerca biomedica d’eccellenza in grado di produrre risultati utili e di mettere a frutto le sue scoperte o pozzo senza fondo dove sono state annegate nei suoi quattordici anni di vita decine e decine di milioni di euro? E’ questa la domanda che in tanti si fanno, ora che la ‘stella’ di Siena Biotech sembra avviarsi inesorabilmente al tramonto.
Una cosa è certa. Dall’anno della sua nascita, il 2000, fino oggi, la società ha ricevuto dalla Fondazione Mps la bellezza di 160 milioni di euro, circa. Più di dieci milioni all’anno in media. Nel periodo del declino, dal 2012 ad oggi, sono stati nel complesso circa 20 milioni, pressappoco 7 milioni all’anno. Nonostante questa continua, abbondante, sicura, garantita iniezione di denaro dalla generosa Fondazione Mps, nel 2013 la società aveva bruciato tutto l’ossigeno. Ci si era appesi allora speranza che la Regione intervenisse in emergenza a fare la respirazione bocca a bocca. Ma l’aiuto non è arrivato.
E siamo a questa fine del 2014. Con l’arrivo dell’attuale presidente della Fondazione, Marcello Clarich, l’aria cambia, complice le sempre più scarse risorse dell’ente. La Deputazione generale guarda i conti, decide che la Fondazione non può più permettersi di sborsare 300 mila euro al mese per tenere in piedi Siena Biotech, che evidentemente non è in grado di reggersi in piedi da sola, e decide di chiudere i rubinetti.
Adesso ci si interroga sul perché di questa fine ingloriosa di una realtà di cui la città andava fiera. E si va alla ricerca dei risultati prodotti da Siena Biotech. Evidentemente le scoperte, i ritrovati della società non hanno reso dal punto di vista economico. Non hanno trovato quella valorizzazione che consentisse alla società di non essere soltanto percettore di fondi pubblici ma anche fonte di ricchezza. In un settore, fra l’altro, che vanta un giro d’affari astronomico.
Soldi pubblici ne sono arrivati tanti a Siena Biotech non solo dalla Fondazione ma anche da Regione, Governo e soprattutto dall’Unione Europea.
Ora che è stata deliberata la messa in liquidazione della società, i lavoratori si sono svegliati di soprassalto e dal sogno sono passati all’incubo. «Hanno avuto la notizia dai giornali – dice Marco Goracci, segretario della Filctem Cgil. Dormivano sonni tranquilli. Avevano ricevuto rassicurazioni anche dalla Mansi (la presidente della Fondazione che ha preceduto Clarich). E’ una decisione incomprensibile. Siena Biotech ha fra l’altro progetti già finanziati, ha avviato un piano di risanamento che prevedeva di raggiungere l’autosufficienza in due anni, Novartis ha chiesto laboratori in affitto quindi ci sarebbero state nuove entrate…». Lunedì la Cgil incontrerà il presidente del Cda di Siena Biotech, Riccardo Palmisano. Si teme che non saranno rose e che non fioriranno.