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Da Mps-Unicredit a CREVAL e Sondrio dalla manovra spinta alle aggregazioni
Per quanto faccia riferimento genericamente al consolidamento delle imprese, la norma sulla trasformazione delle attività fiscali differite (Dta) in crediti d’imposta sembra scritta opposta per “facilitare” la fusione tra Unicredit e Mps. Ma potrebbe concretamente spingere le aggregazioni nel settore bancario, garantendo una dote sostanziosa anche a istituti più piccoli, possibili prede di banche di dimensioni maggiori. L’istituto di piazza Gae Aulenti è infatti l’unico che potrebbe sfruttare appieno i benefici fiscali, pari a circa 2,9 miliardi di euro, derivanti dalla norma. In più. l’istituto guidato da Jean Pierre Mustier – che ha comunque sempre ribadito il suo fermo «no» ad aggregazioni – potrebbe comunque sfruttare le Dta in pancia in virtù della redditività prospettica dell’istituto. L’altro candidato, Credit Agricole, avrebbe un beneficio di «soli» 1,4 miliardi. Banco Bpm, che pure potrebbe sfruttare in pieno l’opportunità fiscale con Mps, ha forse le spalle troppo piccole per un’aggregazione.
L’alternativa a Unicredit per Siena sarebbe allora lo spezzatino, con il beneficio fiscale ripartito tra più compratori delle varie porzioni. Una possibilità, secondo quanto ricostruito, non accantonata dal Tesoro e che ha anche il pregio di mettere d’accordo le richieste della politica.
Ma la norma, così come scritta nella bozza della manovra, potrebbe essere il motore delle aggregazioni del settore. Per un potenziale acquirente di Creval – da tempo coinvolta nei rumors del risiko -, ad esempio, vale circa 470 milioni o il 90% della sua capitalizzazione di mercato, secondo i calcoli di Kepler. Per Popolare Sondrio invece varrebbe fino a 950 milioni, ovvero qualcosa in più del suo valore di mercato. La Borsa ha iniziato a fare i conti: Mps è salita dell’1,4%, Creval del 4,2%, Bper oltre il 3,7%. g. pao.