scuola Esame

FLAVIA AMABILE
Tornano in classe da oggi quasi quattro milioni di studenti, la metà della popolazione scolastica. È il primo esame per il piano di rientro messo a punto dal governo Draghi per garantire una scuola in presenza e in sicurezza come da mesi vanno ripetendo il ministro dell’Istruzione Patrizio Bianchi e lo stesso presidente del Consiglio. Evitare il ritorno alla didattica a distanza e assicurare un anno di lezioni senza interruzioni per recuperare il tempo perso, sono gli impegni assunti dall’esecutivo. Quello che accadrà davvero è un’incognita, dipenderà dal livello dei contagi dopo il rientro, dall’efficacia del rafforzamento dei trasporti e dalle scelte delle singole Regioni che, come lo scorso anno, potrebbero mettere in difficoltà il governo.
Per la riuscita del piano di rientro l’esecutivo conta innanzitutto sulla campagna vaccinale. Oltre il 93% del personale scolastico ha ricevuto almeno la prima dose – o quella unica. «Ritrovarsi a scuola è una gioia grandissima», ha scritto il ministro Bianchi in una lettera inviata alla comunità scolastica ringraziando tutti e augurando «un sereno anno di lavoro e crescita, insieme». A tornare in classe oggi saranno gli studenti di 9 regioni: Abruzzo, Basilicata, Emilia-Romagna, Lazio, Lombardia, Piemonte, Umbria, Veneto, oltre a quelli della Valle d’Aosta e della provincia di Trento. Per la ripartenza il governo ha stanziato quasi 2 miliardi, una cifra inferiore a quella prevista lo scorso anno dal secondo governo Conte.
Stanziati due miliardi
Il governo è sicuro che sia sufficiente mentre per i sindacati e le associazioni di genitori e presidi si doveva fare di più. I presidi avevano chiesto un rafforzamento del personale Ata per gestire in modo più rapido le complesse operazioni di verifica del Green Pass da quest’anno obbligatorio per il personale scolastico e per i genitori. La piattaforma per il controllo automatico dovrebbe essere rilasciata stamattina. Troppo tardi secondo i presidi per iniziare a usarla subito. Bisognerà prima verificarne il funzionamento quindi il primo giorno di scuola nella gran parte degli istituti avverrà con il controllo manuale e quindi con il rischio di file e ritardi nell’inizio delle lezioni. I problemi principali si registreranno nelle scuole dell’infanzia dove torneranno un milione e 330 mila bambini, come segnala Tuttoscuola. In questa fascia di età è normale la presenza dei genitori all’inizio dell’attività scolastica, il controllo manuale dei certificati sarà un’operazione complessa.
Proteste e classi «pollaio»
I sindacati chiedevano maggiori investimenti nel personale per ridurre l’affollamento nelle classi, un rischio per la sicurezza sanitaria in un anno in cui è stato eliminato il distanziamento tra gli studenti. Secondo Cittadinanzattiva «sono quasi 17.000 le classi con oltre 25 alunni, appartenenti nel 55% dei casi agli Istituti di II grado. Una situazione che va sanata una volta per tutte», sostiene Adriana Bizzarri, coordinatrice nazionale Scuola di Cittadinanzattiva, che chiede al governo e al ministro Bianchi di abrogare il decreto Tremonti-Gelmini, che consente fino a 30 alunni per classe nelle scuole secondarie di I e II grado, per ritornare ovunque ai parametri stabiliti dalla normativa antincendio che fissano il numero massimo in 25 alunni (26 con l’insegnante).
E già oggi inizieranno le prime proteste. È fissata una mobilitazione della Rete degli studenti davanti al Ministero dell’Istruzione e a più di cinquanta scuole nelle maggiori città, «per denunciare l’assenza di certezze sul rientro scolastico». Ed è previsto anche uno sciopero del personale scolastico aderente al sindacato Anief.
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