“Proveremo a essere il più gentili possibile con Tria, teniamo aperto il dialogo con l’Italia, speriamo cambi la manovra anche perché nessuno ha interesse che Roma debba chiedere un pacchetto di aiuti europei”. La frase – rivela Alberto D’Argenio – sfugge a un diplomatico europeo intorno a metà giornata. Apre a scenari drammatici, scenari greci, scenari di Troika.
Cinque giorni dopo il consiglio dei ministri che avrebbe dovuto varare la nota di aggiornamento al Def, sappiamo solo che il deficit-Pil del prossimo anno sarà al 2,4 per cento, cioè 1,6 punti in più di quanto previsto. “E’ evidente – scrive Roberto Petrini – che questo tipo di informazione è importante e necessario, ma assolutamente non sufficiente”.
I calcoli in corso stanno facendo evidenziare che l’aumento della spesa di interessi determinata dall’impennata dei tassi sta già erodendo una parte di quei 13 miliardi destinati al reddito di cittadinanza, flat tax e revisione della legge Fornero, spiega Claudio Tito. “Una situazione che sta facendo innervosire la Lega – mai del tutto convinta dall’operazione imposta dai Cinque Stelle – e soprattutto gli stessi grillini”.