L’invito a votare Giani (ma senza citarlo). «La Toscana è un modello per l’Italia, va difesa»
Giorgio Bernardini
«Niente frange e lotte interne: la sinistra di questa regione stia unita contro i populisti». L’appello che irrompe nella campagna elettorale è firmato dal coordinamento delle Sardine toscane. Con una lunga riflessione partorita e scritta nelle ultime ore, i giovani del movimento invitano i partiti rimasti fuori dalla coalizione di centrosinistra a prendere parte alla lotta indossando tutti la stessa casacca. «Tuteliamo la pluralità dei soggetti politici progressisti, ma ci appelliamo alla loro responsabilità affinché, tutti, contribuiscano a collaborare per il buon governo che è stato e che dovrà resistere di fronte alle sigle che cercheranno di ridurre lo scontro a guelfi e ghibellini», si legge nel documento. Il riferimento è chiaramente alle forze politiche che in queste ore sono esterne alla coalizione guidata da Eugenio Giani, e cioè Potere al Popolo e Sì Toscana a Sinistra. Proprio Tommaso Fattori, leader della formazione che alle elezioni regionali del 2015 aveva raccolto il 6,2%, ieri mattina spiegava in un post su Facebook le ragioni per cui Sì Toscana a Sinistra si sente ancora troppo distante dal Partito Democratico. E il timing del’appello delle Sardine, in questo senso, sembra non essere casuale.
«L’obiettivo — spiega Edoardo Carli, coordinatore pratese del movimento che ha redatto il documento con i colleghi delle altre nove province — è quello di richiamare l’attenzione di un elettorato che potrebbe essere non convinto dal candidato del centrosinistra Eugenio Giani o aver perso la voglia di votare. Noi abbiamo il dovere di recuperare l’elettorato silente e resiliente, di coinvolgere, di unire».
Nell’appello si specificano le qualità del «buon governo» della Toscana e la volontà del movimento, che ha dato una forte spinta alla vittoria di Stefano Bonaccini e del centrosinistra in Emilia Romagna, di attuare una strategia che faccia da collante per tutto il fronte antisovranista.
«Rivendichiamo — scrivono le Sardine — l’efficienza di una regione che è modello di riferimento per il Paese in materia di cultura, turismo e di distretto industriale; di accoglienza come di opportunità. Non lasceremo che la brutalità del populismo calpesti le vittorie di chi negli anni si è svegliato con la volontà di creare un sistema trasparente ed attento alle necessità delle Province. Siamo qui per costruire, non per demolire». Per Carli e per il suo movimento pare necessario che la battaglia sia combattuta da un unico fronte: «Stare uniti per non far vincere il passato», spiega.
«Saremo l’alta marea che alzerà il livello della discussione. Una piena di approfondimento tematico, capillare e radicato sul territorio. La politica — si legge nel documento — deve avere una qualità, possibile solo attraverso un’offerta adeguata, coesa e coraggiosa».