Scontro sulla dg di Careggi promossa in Regione. «Ma la designo a selezione chiusa»
Giulio Gori
Tutti contro Enrico Rossi. E Rossi contro tutti. Il caso dell’annuncio della nomina di Monica Calamai alla direzione dell’assessorato regionale alla salute, prima che si chiudesse la selezione pubblica che il governatore aveva indetto per quel ruolo, fa insorgere le opposizioni. Ma Rossi è risoluto: tutto è stato fatto, dice, «alla luce del sole, che evidentemente acceca alcuni».
A far scattare le polemiche sono Tommaso Fattori e Paolo Sarti, consiglieri di Sì Toscana a Sinistra: «La girandola di sostituzioni ai vertici della sanità è un’ammissione del fallimento della riforma — spiegano — La nomina di Calamai è stata annunciata a bando ancora aperto, il che è del tutto inopportuno: una fretta che rivela la necessità di rimuoverla dall’incarico di direttrice generale di Careggi». I Cinque Stelle sollevano dubbi di natura legale: «O la selezione pubblica verrà ritirata nell’imbarazzo generale o il suo esito potrà essere impugnato da ciascun partecipante che arriverà dopo la vincitrice — dice Andrea Quartini — In un paese normale il presidente si sarebbe scusato e avrebbe fatto un passo indietro». Il governatore risponde con una nota: «È mia prerogativa e responsabilità esclusiva, ai sensi della legge, procedere alla nomina del direttore generale e dei direttori delle direzioni regionali. Ho reso pubblica la mia intenzione di nominare Calamai che, per la sua competenza, esperienza e conoscenza del sistema sanitario toscano, allo stato, ritengo la più adeguata a ricoprire il ruolo di direttore regionale della Direzione diritti di cittadinanza e coesione sociale». E aggiunge: «Ho ritenuto anche opportuno promulgare un avviso, non certo un concorso, che non è previsto, per verificare se ci fossero candidature migliori. Questo comportamento è cristallino, non ho negato quello che penso, e con prudenza e scrupolo ho voluto allargare lo sguardo ad altre eventuali possibilità. Mi riservo quindi di procedere alla nomina appena sarà chiuso l’avviso».
Rossi per quel ruolo può nominare chi vuole, in via fiduciaria. Secondo la sua versione, pur avendo già scelto Calamai, aspetta di vedere se si presenterà qualcuno più bravo. Una ricostruzione che non convince Giovanni Donzelli (FdI): «Rossi è come Il marchese del Grillo : “Io so io e voi non siete un…”. Avrebbe fatto una figura più dignitosa se avesse chiesto scusa ammettendo lo scivolone: aprire la procedura per una nomina e comunicarne l’esito prima della chiusura dei termini è una forzatura palese, oltre che grottesca». Nel frattempo, l’assessore alla salute Stefania Saccardi si eclissa dalla contesa. E Stefano Mugnai (Forza Italia) coglie la palla al balzo: «Nella sanità toscana la spesa farmaceutica è fuori controllo da tempo. E Rossi, dopo essere stato qualche anno alla finestra, ora cerca di riparare, di fatto esautorando il suo assessore».