«Sanità, basta tagli oppure i reparti chiudono».

di LAURA VALDESI

I CITTADINI scendono in campo. E si mobilitano, compatti, per dire no «ad ulteriori sacrifici» nella sanità affinché non vengano «pregiudicati i risultati finora raggiunti». A metterlo nero su bianco sono stati i rappresentanti negli istituti di partecipazione regionali, scrivendo al presidente della Toscana Enrico Rossi, all’assessore Stefania Saccardi, al presidente della terza commissione Stefano Scaramelli, a tutti i direttori delle Aziende ospedaliere universitarie e delle Asl, dunque anche a Valtere Giovannini e ad Enrico Desideri. A scatenare la levata di scudi i tagli annunciati. In primis al personale, si legge, «pur essendo in presenza di una carenza, più volte denunciata alle Aziende, di operatori dediti all’assistenza dei cittadini-pazienti». A mettere sale sulla ferita, l’annuncio di una prossima riduzione dei medici di famiglia per via di pensionamenti non riequilibrati dal turn over. «In Toscana già nel 2004 si è iniziato a parlare della necessità di ridurre sia i posti letto, sia il personale sanitario, anche in vista di un cambio di ‘sistema’. C’è stata una progressiva diminuzione delle giornate di degenza, ormai ridotte in modo drastico, , tanto da far dubitare che ciò abbia comportato sempre un miglioramento sia nell’assistenza che nella spesa sanitaria. A tale riguardo sarebbe importante – suggerisce la lettera – un’analisi approfondita dei rientri dei pazienti entro i 30 giorni dalla dimissione, specificandone le cause». Una cosa è certa: le 50 associazioni regionali che hanno sottoscritto il messaggio (ben 18 sono senesi) non intendono buttare via il bambino con l’acqua sporca, come si dice. Anzi. Proprio perché quanto c’è di buono non vada perso intervengono nel timore «che il nostro sistema non sia in grado di sopportare una nuova ‘cura’», dopo la prima che è stata «molto, molto forte». Ribadita l’opposizione «ai tagli lineari senza valutare le conseguenze sociali», chiedono di partecipare alle decisioni ed essere ascoltati, suggerendo «una mappatura del personale, compreso quello dirigenziale, sia sanitario che amministrativo, degli incarichi attualmente svolti nelle Aziende, della loro aderenza e appropriatezza ai mutamenti in atto nell’organizzazione del sistema sanitario regionale». Di più. «La Toscana ha già dato, è una Regione virtuosa e non può quindi venirle chiesto di effettuare, per la seconda volta, una riduzione di personale che porterebbe alla chiusura di reparti e servizi». Le associazioni e gli organismi senesi che hanno firmato la lettera? Dafne Rossi con ‘Serena’, che fa anche parte del Forum regionale diritto alla salute. E poi Stefano Bechini (Aido) e Luciana Mignarri (Ail Siena), Silvia Sestini (Associazione italiana malati di alcaptonuria), Ranieri Rocchigiani (Amici del cuore senese), Catia Gorelli (Auser), Mariella Tibo (Avo), Giampiero Buccianti (Federconsumatori), Giovanna Manetti (Libera Siena), Laura delle Monache (Nasienasi vip), Gino Bicci (Tribunale del malato), Monica Zecchini (Infreedom), Eugenio Conte (Acti), Roberto Damiani (Sds Senese), Alfonsa Brini (Valdelsa donna), Luigina Romano (Donna chiama donna), Angela Petraglia (Centro aiuto alla vita) e Nuccia Rinaldi (Associazione diabetici).

 

 

Fonte: Nazione Siena, https://www.lanazione.it/siena