Acqua potabile pagata a peso d’oro Siena ha le tariffe più care d’Italia.

di FIORENZO BUCCI

UNA CALDA e una freddissima. Il gelo è per i cittadini senesi che, nel 2017, hanno pagato l’acqua potabile a prezzi che più alti non si sono riscontrati in nessun’altra realtà italiana: 722 euro all’anno per una famiglia tipo di tre persone con un consumo di 292 metri cubi nei 365 giorni. Tanto per chiarire, la media italiana è di 408 euro e a Isernia, la provincia più virtuosa del Belpaese, la stessa famiglia ha sborsato appena 120 euro, ovvero oltre sei volte meno dei senesi. La buona notizia nasce invece dal flagello della dispersione lungo la rete degli acquedotti. In Italia il 35 per cento dell’acqua immessa nelle tubazioni finisce per annaffiare i terreni lungo le condotte e non arriva mai agli utenti. In Toscana è anche peggio (36 per cento). Siena invece, in questo caso, sale sul gradino più alto del podio: 21 per cento nel 2016 con un dato che si consolida nel tempo (nel 2007 era del 22 per cento) a testimonianza di ottimi lavori e efficiente manutenzione soprattutto nel passato. I dati nascono dalla ricerca di Cittadinanzattiva che da 13 anni, e senza mai smentite, sforna a primavera un voluminoso dossier con i costi, le caratteristiche e le classifiche di merito e di demerito degli acquedotti di ogni angolo del Paese. A SIENA può consolare fino ad un certo punto che la provincia condivida con Grosseto la vetta nella classifica delle realtà italiane con i costi più alti del servizio idrico integrato. E meno ancora che la Toscana sia in Italia la Regione dove gli utenti sono i più bersagliati. Tanto per chiarire, fatta eccezione per Lucca (450 euro) e per Massa e Carrara (570), tutti gli altri capoluoghi si mantengono nelle posizioni di vertice del demerito: Pisa 703 euro, Arezzo 702, Firenze, Prato e Pistoia 677, Livorno 663. Roba assolutamente imparagonabile e difficilmente spiegabile e giustificabile rispetto alle province più virtuose d’Italia: oltre a Isernia, Trento 147, Milano 149, Campobasso 166, Cosenza 171, Imperia 212, Catania 215, Rieti 220. Tra l’altro la maggior parte delle province virtuose non ha neanche aumentato le proprie tariffe dal 2016 al 2017. Cosa che invece è avvenuta per gli ultimi della classe: un 6,4 per cento di media in Toscana con un 4,3 sia a Siena che a Grosseto.

 

Fonte: La Nazione Siena, https://www.lanazione.it/siena