Ancora riprese nel rione. Chi «è rimasto bloccato in casa» e chi ha perso «il 70% di incassi»
Jacopo Storni
Al posto dei piatti del giorno, sulla lavagnetta all’ingresso del ristorante c’è scritto: «Oggi a pranzo siamo chiusi, apriamo per cena». Il ristorante «I Tarocchi», in via dei Renai, è off limits. Possono entrare soltanto i lavoratori della produzione di «Six Underground». Hanno affittato tutto il locale per loro, come deposito. Dentro ci sono zaini, borse, valigie. Una decisione concordata coi responsabili del ristorante, che però non rivelano il prezzo d’affitto. Si limitano soltanto a dire: «Il film? Nessun disagio».
La pensano esattamente all’opposto alla tabaccheria dall’altra parte della strada, dove gli affari sono in brusco calo: «Rispetto all’anno scorso, registriamo il 70 per cento d’incassi in meno — tuona Alessia — I fornitori non riescono ad accedere alla strada. Fa rabbia la mancanza di comunicazione fino a poche ore prima dell’inizio delle riprese. Stiamo preparando un esposto al Comune per chiedere un risarcimento». Non sono i soli, visto che a Confesercenti sono già arrivate da tutto il centro diverse richieste di informazioni per procedere col risarcimento danni.
Via dei Renai, ormai da giorni, è diventata un set a cielo aperto. Strada chiusa al traffico, ma non ai pedoni, almeno per cinque giorni complessivi. Sottofondo di spari e sgommate. Alcuni ristoranti sono stati affittati. Non solo «I Tarocchi», ma anche lo «Zoe», diventato una specie di redazione della produzione. Sui tavolini del dehor, al posto dei clienti abituali, ci sono i computer e i fogli di chi lavora al film. Impossibile entrare nel locale. E guai a fare foto, una signora ci invita gentilmente a non scattare. Qualche disagio anche per il gelataio: «Vendite ridotte del 20 per cento». I più infuriati sono gli abitanti, soprattutto quelli che abitano verso la porta di San Niccolò, dove nei giorni scorsi la strada è stata completamente chiusa (auto e pedoni) per una scena del film. «Sono rimasto bloccato in casa per due ore e avevo urgenza di uscire» racconta Manuele. Caos anche alla scuola materna Serristori. Alle 15.30 di ieri, orario di uscita dei bambini, il coro unanime di protesta è quello dei genitori: «Per accompagnare nostro figlio a scuola è un’odissea». È così anche per Francisco, residente in via della Fornace, ieri chiusa al traffico: «Siamo stati espulsi dal quartiere». Vale soprattutto per i parcheggi: «Hanno messo i cartelli di divieto di sosta tre giorni prima di iniziare le rimozioni. È una mancanza di rispetto verso i residenti».