La risposta del numero uno della Lega non si è fatta attendere. Ed è all’insegna dell’apertura: “Dopo il 5 marzo incontrerò tutti. Mi occupo di Lega e di centrodestra, lavoro perché gli italiani scelgano un governo di centrodestra a guida leghista”. Certo: Salvini prende tempo, ma fa capire che le porte, per i camerati, non sono chiuse. Sabato a Milano Lega e CasaPound erano a poche centinaia di metri: mentre in piazza Duomo (dove nel 2014 i due partiti manifestarono insieme contro gli immigrati) Salvini giurava da premier in pectore su Vangelo e Costituzione e con il rosario in mano di fronte a 20mila persone, in largo Beltrami, davanti al Castello Sforzesco, i militanti di Cpi erano radunati per il comzio di Di Stefano e della candidata alla Regione Lombardia, Angela De Rosa. “Difendi Milano”, recitava la scritta sul palco. Il “Matteo” leghista invece ha puntato tutto sul “Prima gli italiani”, non a caso uno degli slogan utilizzati anche dalla tartaruga.
Il ritorno di fiamma sovranista ha provocato reazioni, sia a destra che a sinistra, e anche nella stessa Lega. Da tempo in rotta di collisione con Salvini proprio a causa della svolta nazionale e nazionalista del Carroccio, dopo avere disertato piazza Duomo spiegando a Repubblica che “questa Lega non è più la mia Lega”, il governatore lombardo uscente, Roberto Maroni, ieri ha sganciato altri due siluri con destinatario il “suo” segretario (“ma dopo il voto vedrò a quale nuovo movimento aderire”): il primo affondo riguarda la scritta “Prima il Nord” cancellata dalla foto del corteo di sabato da Rossano Sasso, coordinatore della Lega in Puglia. “La gloriosa storia della Lega Nord non può finire così e non finirà” ha tuonato sui social Maroni ritwittando un messaggio del suo assessore Gianni Fava. “Se si permette a qualche saltafossi dell’ultima ora di rappresentare il movimento annientandone l’essenza politica – ha scritto su Facebook Fava – la cosa diventa ancor più pericolosa. Io continuerò a dire: Prima il Nord!”. Maroni poi ha messo una pietra sul percorso della candidatura a premier di Salvini: a lui – ha detto – preferirebbe di gran lunga Tajani, e cioè il nome proposto da Berlusconi. “Conosco Tajani, gli sono amico e mi farebbe piacere se fosse lui. Certamente sarebbe un ottimo premier”. La nuova polemica Maroni-Salvini arriva, non casualmente, nel giorno dell’endorsement di CasaPound. Che fa discutere nella coalizione di centrodestra. “E’ un problema molto serio”, ha commentato Lorenzo Cesa di Noi con l’Italia-Udc, la gamba centrista dell’alleanza.