Salvini e Meloni, asse con Orbán Ecco la carta dei sovranisti Ue

 

Firmata da 16 partiti della destra europea. Pd contro la Lega: o con Draghi o con loro

di Stefano Montefiori

PARIGI Marine Le Pen, Matteo Salvini, Giorgia Meloni, il premier ungherese Viktor Orbán, l’esponente polacco Jaroslaw Kaczynski, lo spagnolo Santiago Abascal e altre dieci forze politiche hanno lanciato ieri una nuova «Unione dei patrioti europei» per difendere l’idea di un’Europa «rispettosa dei popoli e delle nazioni libere», giudicando inaccettabile che «i popoli siano sottomessi all’ideologia burocratica e tecnocratica di Bruxelles che impone norme in tutti gli ambiti della vita quotidiana».

È una svolta nella politica europea perché per la prima volta i partiti di area sovranista e populista si riuniscono con l’ambizione di costituire in futuro una «grande alleanza al Parlamento Ue», un unico gruppo forte di 115 deputati a Strasburgo, che sarebbe la terza formazione dopo popolari e socialdemocratici.

Nella «Carta dei valori per immaginare insieme il futuro dell’Europa» viene accantonata, almeno in questa fase, la retorica dell’uscita dall’Europa o dall’euro. L’obiettivo non è più distruggere l’Unione Europea ma «riformarla» pesando di più sul dibattito politico e contrastare quello che i firmatari chiamano il «percorso federalista» intrapreso negli ultimi anni. «L’uso delle strutture politiche e delle leggi per creare un Superstato europeo è una manifestazione della pericolosa e invasiva ingegneria sociale del passato, situazione che deve indurre a una legittima resistenza», si legge nella Carta dei valori.

I «patrioti» richiamano l’attenzione sul «rispetto dell’eredità giudaico-cristiana dell’Europa», sulla famiglia come «unità fondamentale delle nostre nazioni» e sulla politica a favore della famiglia come «risposta all’immigrazione di massa». L’avversario designato in particolare da Marine Le Pen è Emmanuel Macron, «principale rappresentante in Francia dei mondialisti ed europeisti che vogliono accrescere il potere delle istituzioni europee».

Il posizionamento politico di Marine Le Pen è coerente in Francia e in Europa: rivale di Macron nella corsa all’Eliseo della primavera 2022 e anche a livello continentale. La formalizzazione dell’alleanza con Le Pen, Orbán e Kaczynski in funzione anti Macron e anti europeista rende invece più problematica la situazione della Lega di Salvini: in Italia parte del governo di unità nazionale guidato da Mario Draghi, salvatore dell’euro e oggi il più stretto alleato di Macron, e al tempo stesso in Europa parte di questa nuova e rafforzata alleanza sovranista con Giorgia Meloni (che invece è fuori dal governo), che ha per maggiori avversari gli stessi Macron e Draghi.

Una contraddizione che ha provocato immediate polemiche, innescate dal segretario del Pd Enrico Letta: «Non si può stare allo stesso tempo con l’europeismo e con Orbán. Non si può essere sostenitori insieme di Draghi e di Orbán. L’Alleanza in Europa dei sovranisti di Salvini e Meloni ha due primi ministri, Orbán e Morawiecki. Sono gli unici due che l’anno scorso hanno messo il veto a NextGenerationEU e al Recovery Plan che salva l’Italia».

La Lega ha risposto con un comunicato: «La carta dei valori firmata anche da Salvini non è in alcun modo un attacco a Draghi ma è un punto di vista costruttivo e ampiamente condiviso sul futuro dell’Ue. Orbán era nel Ppe fino al marzo scorso, e quindi è stato a tutti gli effetti un alleato dei socialisti di cui fa parte il Pd di Letta».

La riorganizzazione del campo sovranista è stata permessa dall’uscita di Orbán dal Ppe nel marzo scorso: adesso può perseguire apertamente l’unione con i lepenisti in Francia, e Meloni e Salvini in Italia.

 

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