ROMA – “Incredibile, ancora una sconfitta sulla Rai. Ormai il presidente Conte non ne azzecca una, tutti ormai si chiedono: e domani su che cosa andrà a sbattere?”. Interpellate, alcune ‘voci grilline’ segnalano una preoccupazione crescente. “Purtroppo è stretto da Casalino, fino a quando continuerà ad affidarsi solo a lui ci saranno altre disfatte, ormai è fuori fase”. Ma non è Di Maio che sotto sotto… “No, basta con questa tiritera – replica il ‘grillino’ di Governo- è vero il contrario, è il ‘casalino’ continuo di Conte che sta trasformando Di Maio in uno statista affidabile”.
Sono mesi di travaglio e il nuovo Movimento, che doveva spiccare il volo sulla popolarità dell’ex premier, arranca, zoppica, cade sempre e si rialza a fatica. Un clima che non aiuta, nemmeno a proseguire nel dialogo e nel confronto con l’alleato Dem: “Ci vorrebbe qualche personalità diversa, qualcuno che usi la testa per pensare una strategia, articolare un pensiero politico all’altezza del momento, magari sapendo gestire anche una bocciatura. Ad esempio- si accalora il ‘grillino’ – quando ha visto che Di Maio ha incontrato Fuortes… quando ha saputo, perché lo ha saputo prima, che il suo candidato al Tg1 non sarebbe passato, perché non è passato all’attacco, alzando subito la voce per un superdirettore di garanzia, che so De Bortoli, Gabanelli… almeno faceva una battaglia di visibilità. Invece no, solo il bambino che sbatte i piedi, dice solo ‘io me ne vado e con voi non gioco più’, mah…”.
Sul versante della politica nazionale e di Governo, invece, oggi per il premier Mario Draghi è suonata la campana al Senato, quella che annuncia guai in arrivo. Si discuteva il decreto trasporti sulle capienze da rispettare. Lega e Forza Italia hanno presentato due emendamenti sui quali il Governo aveva detto ‘no’. Non li hanno ritirati e messe ai voti le due modifiche sono passate grazie ai voti anche dell’opposizione e, dicono in molti, anche di Italia Viva mandando ko il Governo.
Dai partiti di maggioranza c’è stata una corsa a minimizzare l’accaduto, ma per chi segue da tempo le vicende parlamentari, analizzando il contesto, la cosa è significativa. Che cosa potrebbe accadere ancora, magari di più importante, man mano che le forze politiche si avvicineranno all’elezione del nuovo presidente della Repubblica, alle prossime elezioni amministrative di primavera? Nei corridoi dei palazzi della politica si registrano molti discorsi improntati alla preoccupazione che alla fine la situazione possa sfuggire di mano.
Il Capo dello Stato uscente ha detto più volte no, ma sono ancora molti quelli che credono possibile un suo ripensamento, “magari se la stragrande maggioranza degli elettori vanno in ginocchio da lui e gli dicono: ‘ti prego salvaci, resta fino al 2023’ quando sarà eletto il nuovo Parlamento ristretto, dopo la riforma, quindi più legittimato e autorevole” ragiona un parlamentare che ne ha viste tante, “ma prima almeno c’erano alcuni punti di riferimento… Adesso è un impazzimento generale”, dice sconsolato.
Altre ‘voci’ registrano un clima di preoccupazione anche dentro Palazzo Chigi sulla tenuta della maggioranza, e l’accaduto al Senato non è giudicato di poco conto. “Oggi a Palazzo Madama Centrodestra ed Italia Viva hanno mandato sotto il governo su tre emendamenti. Non so se sia un messaggio e che messaggio sia, ma indebolire Draghi non ha comunque senso. #iostoconDraghi” ha detto il senatore Pd, Andrea Marcucci, ex capogruppo, mentre la nuova presidente, Simona Malpezzi, lanciava un vero e proprio allarme: “È arrivato il momento che centrodestra e Italia Viva chiariscano se hanno ancora fiducia nel governo Draghi. Altrimenti non si spiega perché in aula al Senato abbiano votato alcuni emendamenti con FdI nonostante il parere contrario dell’esecutivo. Sono convinta che serva davvero un metodo di lavoro condiviso in vista dell’iter parlamentare della legge di bilancio. Il Pd è al governo con serietà e responsabilità. Mi domando se anche Lega, FI e IV si stiamo comportando nello stesso modo”.