Ritorno a scuola: test sierologici per docenti e studenti, medici negli istituti, caos organici

Test sierologici per il personale scolastico e, a campione, per gli studenti da fine agosto. Saranno realizzati su base volontaria e gratuita e potranno essere svolti nelle strutture sanitarie, non nelle scuole. Lo prevede una bozza del protocollo d’intesa tra il ministero dell’Istruzione e i sindacati della scuola per l’avvio dell’anno scolastico il 14 settembre. A questo scopo il commissario per l’emergenza Covid Domenico Arcuri ha annunciato di avere acquistato due milioni di test seriologici. Secondo la bozza all’ingresso degli istituti ci sarà il controllo della temperatura corporea. Se sarà superiore ai 37,5 gradi non sarà permesso l’accesso. In ogni istituto sarà individuato un medico per la «sorveglianza sanitaria». Se dovesse emergere un caso positivo al Covid la scuola si attiverà con «un monitoraggio», l’autorità sanitaria farà partire «la ricerca attiva dei contatti» che il contagiato ha avuto. Genitori, docenti e presidi chiedono che siano le Asl a decidere come gestire un caso di contagio, non i dirigenti scolastici. Sarà previsto il sostegno psicologico per affrontare situazione di stress e ansia da contagio. Giovedì ci sarà una riunione con i sindacati, il ministro della salute Roberto Speranza, quella dell’Istruzione Lucia Azzolina e il comitato tecnico-scientifico.

«È positivo che una parte delle nostre richieste siano state accolte – afferma da Firenze Costanza Margiotta del movimento «Priorità alla scuola» – Questa dev’essere l’occasione per riabilitare la medicina scolastica. L’accesso ai tamponi a campione dovrà essere più facile rispetto a quanto per ora viene prospettato. Ben venga anche il medico competente per la scuola, ma per realizzare il progetto è necessario stanziare risorse. Le Asl sostengono di non avere personale sufficiente. Ma questi avanzamenti non sono sufficienti. Ci sono troppe incognite per il rientro».

«Sono mesi che chiediamo un vero investimento sull’aumento degli organici dei docenti e del personale Ata – sostiene Maddalena Fragnito di «Priorità alla scuola» a Milano – Non basta fare la mappatura degli spazi alternativi dove studierà almeno il 15% degli studenti. Occorre nuovo personale e i 50 mila precari non sono sufficienti, né è giusto che siano precari. Senza contare che, in regioni come la Lombardia, si abuserà della presenza di personale non ancora del tutto formato che si dichiarerà a disposizione. In caso di picchi epidemiologici sarà licenziato e non tornerà a lavorare. Al rientro prenderanno un altro in graduatoria. Un bambino rischia di avere così anche fino a 20 docenti in un anno. Le primarie e le medie sono quelle messe peggio, ma ci sono anche gli asili. Chi non riuscirà a usufruire di questo bacino di precariato sarà costretto a diminuire le ore di scuola.

La ministra Azzolina ha detto che darà più organico alle regioni che lo chiederanno. Ma ci sono regioni che non lo chiedono e non garantiscono un diritto». Ieri Azzolina ha rifiutato di incontrare «Priorità alla scuola» all’ufficio scolastico regionale in via Mannelli a Firenze. In un sit-in il movimento di genitori e docenti ha chiesto di partecipare ai tavoli regionali che monitorano la nuova organizzazione scolastica.

 

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