Palazzo Vecchio ha intenzione di protrarre lo stop alle nuove aperture per mettere un freno al settore del food Il ritmo di nascita dei locali si è fortemente rallentato, possibili deroghe per esercizi di qualità
di Ernesto Ferrara Scudo bis per ristoranti e bar nel centro Unesco. A 9 mesi dalla scadenza del blocco triennale delle licenze varato nella primavera del 2017 Palazzo Vecchio ha oramai ufficialmente aperto la discussione sul dopo. Cosa fare, prorogare lo stop alle nuove aperture che ha evitato l’espansione del mangificio cristallizzando però la rendita nel centro storico oppure eliminarlo riaprendo la diga di modo da favorire la libera impresa? Una decisione non è ancora presa ma un primo orientamento c’è e parla di un rinnovo del blocco. Verosimilmente per altri 3 anni, dunque fino alla primavera del 2023. Forse con degli alleggerimenti, piccole aperture. Il ragionamento che il nuovo assessore al commercio Federico Gianassi ha già iniziato a fare insieme al sindaco Dario Nardella, sensibilissimo al tema, è che semmai si potrebbero prevedere poche, limitate deroghe al blocco per progetti commerciali di eccezionale qualità. Legati alla filiera del territorio. Più complicato fare un ragionamento di zone e micro zone del centro, stabilendo ad esempio che in certe aree il blocco può proseguire mentre in altre termina. Il dibattito può comunque già dirsi aperto.
Cosa diranno le categorie economiche è lecito supporlo già: la grande distribuzione è ostilementre Confesercenti e Confcommercio sono fin qui state più che favorevoli al blocco, concepito da Nardella per porre un argine alla banalizzazione del commercio e al boom del food in centro. Non è però detto che lo stesso pensino tutte le associazioni del settore. Èd è vero pure che il provvedimento del Comune ha fin qui retto dal punto di vista giuridico anche perchè concepito come temporaneo, carattere che perderebbe se fosse prorogato ancora. Quel che è certo è che dal punto di vista degli effetti il risultato c’è: se nel 2015 e 2016 le nuove aperture di ristoranti nell’area Unesco erano arrivate a sfiorare quota 100 l’anno, da maggio 2017 ad agosto 2018 dentro le mura hanno aperto una quarantina di nuovi locali sulla base di domande presentate precedentemente al blocco. Dall’anno scorso ad oggi numeri molto bassi e qualche trasferimento interno di licenza da centro a centro. Allo stesso tempo si è riattivato l’artigianato con nuove botteghe di qualità. E fuori all’area Unesco il food è tornato ad animare strade e rioni. «Il blocco a nuove attività di somministrazione in centro ha ad oggi ben funzionato. Stiamo analizzando i dati ma emerge che dal limite della somministrazione sono nate nuove opportunità per l’artigianato nel centro e per la somministrazione fuori dal centro, dove forse c’era maggiore esigenza » annota lo stesso Gianassi. È la conferma dell’intenzione di prorogare il blocco. Forse con dei correttivi. Ma non prima di un confronto aperto con la città: « Verificheremo nei prossimi mesi con accuratezza i dati e parleremo con tutti. residenti e operatori » annuncia l’assessore.