Riflessioni e una rinfrescatina alla memoria sull’acquisizione di Antonveneta vista dalla politica. Tutta

Tutta, tranne le liste civiche dell’epoca (La Mongolfiera, Libera Siena, Impegno per Siena e Unita’ Progressista) che furono contrarie all’operazione e votarono contro nel Consiglio Comunale di Siena.

di Augusto Mattioli

SIENA. Sconcertante. E l’aggettivo più usato nei commenti sulla sentenza della corte di appello di Milano, che ha assolto gli ex vertici di Mps per le operazioni finanziarie seguite all’acquisto di Banca Antonveneta, cancellando le pesanti condanne pronunciate nel processo di primo grado. Bisognerà leggere le motivazioni della sentenza della corte di appello per capirne le motivazioni. Sulla quale non sono mancate le più svariate prese di posizione.

Sconcerta (appunto!) quella dei coordinamenti provinciale e comunale di Forza Italia Siena molto critici con il Pd, che in una nota ricordano tra l’altro come per l’operazione Antonveneta “altrettanto reali sono le responsabilità politiche di chi in quegli anni teneva saldamente in mano le redini della città”. Giusta osservazione, visto che era il Pd al governo della città. Ma chi governa ora il partito senese di Berlusconi, cliente fisso e fedele di Mps (che in passato ha finanziato ampiamente le sue attività), forse non ricorda che il primo presidente di Antonveneta fu il professor Pisaneschi, area Forza Italia, che il partito – di cui Verdini in Toscana era il dominus – presentava alle amministrative improbabili candidati sindaci e che in quel periodo sembravano esserci rapporti, diciamo, cordiali di quella parte del Pd senese che decideva e il partito di Berlusconi. Ricordiamo un incontro, (forse una visita di cortesia?) tra Mussari e l’allora ministro Altero Matteoli ad una festa de L’Unità nella “rossa” Torrita…

Quando fu conclusa l’operazione di acquisto di Antonveneta i giudizi favorevoli non mancarono, dalla destra alla sinistra. Per rinfrescare la memoria riportiamo alcune dalle dichiarazioni dell’epoca. Ricordando anche che in borsa il giorno successivo all’annuncio dell’acquisto, se ben ricordiamo, Mps ebbe un forte crollo in borsa.

”Un’operazione che mi fa piacere – commentò Guido Crosetto, allora deputato di Forza Italia e consigliere di Berlusconi in materia bancaria –. Perché una banca italiana riacquista un’altra banca italiana importante per il nostro mercato”.

“Banca Antonveneta è sempre stata l’anima gemella di Banca Monte dei Paschi. – fu il commentato Franco Ceccuzzi –. La Banca Mps e Antonveneta sono due realtà che hanno grandi potenzialità di sviluppo e che possono integrarsi al meglio con grande vantaggio per gli azionisti e per la clientela. In passato è stato giusto preservare Banca Mps da pessimi affari in attesa della vera occasione di crescita, che il presidente Giuseppe Mussari ed il direttore Antonio Vigni oggi hanno saputo cogliere prontamente”.

Il presidente della Provincia di Siena, Fabio Ceccherini, disse allora che “il Gruppo Mps si colloca ai vertici del sistema bancario nazionale pur restando fortemente legata al suo territorio, facendo così giustizia di tanti detrattori e luoghi comuni che sulla ‘senesità’ del Monte si sono espressi in questi anni”.

Maurizio Cenni, sindaco di Siena, parlò di una “acquisizione che porta la banca nella dimensione ideale, rende concreto il piano di espansione condiviso anche dai sindacati e centra l’obiettivo di un riequilibrio della presenza nel Nord Italia”.

Il presidente del Consiglio, Romano Prodi, sottolineò di avere avuto una “impressione positiva, dal punto di vista strategico” dell’acquisizione di Antonveneta da parte del Monte dei Paschi”.

Il presidente della Regione Veneto Giancarlo Galan sostenne che l’acquisizione “va seguita con grande attenzione. E’ ovvio che il giudizio finale verrà dato quando il Monte vorrà rendere noto il suo piano industriale. Antonveneta è ritornata comunque in mani italiane, dopo essere transitata in terra di Spagna a seguito del Banco Santander”.

“Un fatto molto positivo, che testimonia non solo il dinamismo e la solidità della Banca Monte dei Paschi e della Fondazione, ma anche la loro capacità di saper guardare e agire oltre i confini regionali e nazionali”: questo il commento del presidente della Regione Toscana Claudio Martini.

“Esprimiamo grande soddisfazione per un’operazione che si inquadra perfettamente all’interno delle strategie previste nel Piano Industriale di Gruppo 2006-2009, volte a privilegiare il ruolo aggregante dello stesso ed il mantenimento dell’indipendenza strategica – secondo Fabi-Fiba-Fisac-Uilca -. Tale operazione consente di concretizzare in maniera effettiva la costituzione di un terzo polo bancario all’interno del panorama domestico, mettendo al riparo la Banca da speculazioni mediatiche e finanziarie”.

Per le associazioni dei consumatori Adusbef e Federconsumatori si trattava di una “buona notizia purché vengano ridotti gli elevati costi dei conti correnti, dei mutui, dei bonifici e dei servizi bancari. Sullo stesso piano il commento del ministro dello Sviluppo economico, Pier Luigi Bersani: “questi consolidamenti sono importanti, ma lo sono davvero se le masse critiche si rivolgono alla riduzione dei costi per i clienti”.

“L’acquisizione di Antonveneta da parte di Mps è un’occasione di crescita importante per tutto il sistema economico toscano”, dichiarò di Andrea Manciulli, segretario regionale del Partito democratico toscano -; le due realtà bancarie coinvolte in questa operazione possono insieme esprimere una grande potenzialità perché sono due soggetti che, sul piano industriale, si possono integrare tra loro creando un vantaggio per gli azionisti e la clientela”.

Per Corrado Faissola, allora presidente Abi, quella di Antonveneta fu “un’operazione di grandissimo rilievo, sono contento che il sistema italiano delle banche continui a dimostrare dinamicità. L’operazione è stata realizzata in breve tempo e senza clamori come si conviene a dei grandi banchieri”.

Così, tanto per dare una spolveratina alla memoria collettiva. E, certo, mancherà qualche dichiarazione tra i peana del periodo.

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