Rifiuti, si apre un nuovo fronte nel Pd I sindaci contro la riforma della Regione.

Braccio di ferro su autorità unica e aumento delle tariffe. Vertice (e tregua) sui Consorzi
Non è ancora sopita la polemica tra sindaci Pd e il loro partito in Consiglio regionale sui Consorzi di bonifica, che si apre un altro fronte: quello dei rifiuti. Un fronte che è stato tenuto per due mesi sotto traccia per evitare altri scontri pubblici, ma che da oggi porterà a faccia a faccia tra i Comuni della Toscana targati Pd, il gruppo Democratico in Consiglio regionale e il partito regionale,

Il governatore Enrico Rossi ha lanciato l’idea di una nuova legge che preveda una sola Autorità di controllo (Ato) per i rifiuti, per avere economie di scala, decisioni a livello toscano (ora gli Ato sono tre: Centro, Costa e Sud) su impianti, discariche, obiettivi. Solo che questo significa — ribatte l’Associazione dei Comuni — che alcuni territori, più lontani dal futuro centro decisionale, rischiano di restare inascoltati. L’Anci, dove nel direttivo c’è anche il sindaco di Livorno Filippo Nogarin (M5S) lo ha detto a chiare lettere all’assessore regionale Federica Fratoni il 5 maggio scorso. Lei era venuta a Firenze per spiegare le «future e progressive sorti» dell’Ato unico, si è beccata un fuoco di fila di critiche pesantissime.

Due settimane dopo, il 22 maggio, il Consiglio regionale a maggioranza Pd ha approvato un documento di 25 pagine dove, ribadendo l’idea dell’«economia circolare» (massima raccolta, riciclo e riuso dei rifiuti) non solo si confermava l’idea di Rossi dell’Ato unico, ma si chiedeva anche di alzare le tariffe per i rifiuti portati a discarica o bruciati negli inceneritori che non producono energia. Un modo per spingere sulla realizzazione del termovalorizzatore di Case Passerini, tema di scontro con il sindaco di Sesto Lorenzo Falchi (Sinistra italiana). Ma la vera baruffa è scoppiata tra i sindaci Pd e il loro partito (oltre alla rabbia di quelli di centrodestra di Arezzo, Grosseto e di Nogarin). Ma come — è il pensiero dei sindaci del Pd — il nostro partito dice che vuole abbassare le tasse ma poi chiede di alzarle, esponendo noi alla rabbia dei cittadini. Esattamente come il cortocircuito dei Consorzi di bonifica. E poi — è il ragionamento fatto dai sindaci Pd — ci mettete in difficoltà con i sindaci di centrodestra e grillini che andranno all’attacco in tutta la regione contro lo «strapotere di Firenze» (per popolazione e peso politico il capoluogo avrà sicuramente la maggioranza nel nuovo Ato). «Ma non c’è più un luogo dove discutere prima di dividersi e creare scontri?», è il refrain dei sindaci Pd imbufaliti.

Se questo fronte è aperto, il capogruppo Pd Leonardo Marras in Regione ha provato a chiudere ieri quello sui Consorzi di bonifica con un comunicato condiviso con il segretario metropolitano Fabio Incatasciato ed altri «big» del partito in Palazzo Vecchio, Fabrizio Ricci, Francesca Paolieri e Andrea Ceccarelli. «Basta con le strumentalizzazioni! Nel Pd tutti noi pensiamo che i consorzi svolgano oggi un ruolo indispensabile nella gestione del rischio idraulico e che chi invita a boicottarli non pagando il tributo sia un demagogo pericoloso e irresponsabile» scrive Marras. Ma in Consiglio regionale il Pd ha chiesto di superare i Consorzi. «C’è anche chi, del tutto legittimamente, pensa che in prospettiva le competenze oggi affidate ai Consorzi possano e debbano essere gestite anche da entità non elettive e più snelle», la Regione o le aziende tipo Publiacqua e Aque Spa ribatte Marras. Ma Coldiretti fa sapere che alla Commissione agricoltura alla Camera il Pd ha fatto passare una mozione in cui si chiede di estendere il «modello toscano» dei Consorzi in tutta Italia. Pd che trovi, mozione che voti.

Marzio Fatucchimarzio.fatucchi@rcs.it

  • Martedì 1 Agosto, 2017
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