Questi dati dimostrano che la provincia di Siena da buoni risultati.

La Maremma perde altro terreno nell’altalena della Toscana Sud.

Mauro Bonciani

Siena Ha scelto la chiarezza, senza nascondere i problemi o mitigare le prese di posizione. Paolo Campinoti, patron di Pramac, ha svolto la sua prima relazione da presidente di Confindustria Toscana Sud senza badare al politicamente corretto. Bacchettando i sindacati, chiedendo una Tirrenica autostradale a 110 chilometri all’ora, una diversa gestione dei rifiuti — «Il pubblico non può essere controllore e controllato» — e una svolta sulle infrastrutture, anche piccole. Campinoti ha ribadito che occorre giungere ad una sola Confindustria regionale e sottolineato: «Noi ad Arezzo, Grosseto, Siena investiamo, 200 milioni solo negli ultimi anni ed altrettanti sono in arrivo, il nostro export vale il 25% di quello regionale, ma è evidente che ci sono dei gap. Intendo lanciare un nuovo patto perché tutte le categorie economiche del territorio collaborino (c’erano i rappresentanti degli artigiani, ndr ) per lo sviluppo a partire dalla manifattura. Noi non vogliamo diventare la periferia della Toscana metropolitana. Al governo chiediamo sostegno, non assistenzialismo». I dati 2007-2014 elaborati dal centro studi di Confindustria parlano di una «Toscana Sud» in ritardo rispetto al resto della regione, ma la generalizzazione inganna: mentre Siena ha un Pil ben superiore alla media toscana, Arezzo è ampiamente sotto ma in ripresa mentre la Maremma è in caduta libera o quasi. Un ritardo che Campinoti imputa anche allo stato delle infrastrutture: «La situazione è disastrosa. La chiusura del viadotto del Paglia per anni ha compromesso la viabilità, abbiamo scritto al ministro Delrio su altri viadotti che hanno bisogno di interventi e Baraclit deve svolgere le perizie dei ponti su cui passano i propri mezzi… Le infrastrutture servono a tutti, dalla Tirrenica allo sviluppo dell’aeroporto di Firenze».

Campinoti apre poi un fronte con i sindacati: «In questi anni come vice presidente di Toscana Sud ho chiesto di mettere al centro lo sviluppo e l’occupazione, il merito ed i risultati, ma loro, uniti, hanno deciso di non proseguire il confronto: questo è assurdo. Rinnovo loro l’appello per nuove relazioni industriali».

Nell’auditorium di Banca Mps in viale Mazzini pochissimi posti vuoti; in platea ci sono anche il presidente nazionale di Confindustria Vincenzo Boccia e la sua vice Antonella Mansi. «Mi fa piacere essere qui — dice Mansi — L’ultima volta è stato qualche anno fa, da presidente della Fondazione Mps per un’assemblea della banca (si scontrò frontalmente con Alessandro Profumo, allora presidente di Rocca Salimbeni, ndr ). Ed è qui che fui eletta presidente di Confindustria Toscana». Mansi punta sulla competitività, che significa anche non far scappare i giovani: «In Toscana un terzo dei ragazzi è disoccupato e dal 2008 al 2015 abbiamo perso 15 mila giovani ragazzi che sono andati all’estero. Troviamo attrattività anche per loro». Boccia chiude i lavori parlando del sistema bancario e criticando le regole europee sui crediti deteriorati: «La commissione su Mps? Lasciamola lavorare, altrimenti si fa solo confusione».

 

Giovedì 16 Novembre 2017 Corriere Fiorentino.

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