Quel tango che ci cambiò

 

L’obiettivo di Salvini e Di Maio è quello di arrivare alle Europee senza sanzioni. Il governo – scrive Claudio Tito– punta ad allungare i tempi della procedura Ue di infrazione, ma per avere il via libera di Juncker il deficit dovrà scendere di qualche decimale.
Intanto, al tavolo dell’esecutivo, ancora una volta riunito per discutere della manovra come accade ormai a più riprese da settembre, ci sono i vice dei due vicepremier e i loro sottosegretari di punta, ma il vertice a Palazzo Chigi – spiega Carmelo Lopapa – non decide ancora le misure concrete. La maggioranza resta divisa dopo un incontro riservato domenica: la Lega è pronta ai tagli sui fondi per le pensioni ma sul Reddito M5S non cede.
Si allarga, intanto, grazie a nuova accusa delle Iene, la vicenda dei lavoratori irregolari nella ditta del padre del ministro dello Sviluppo economico Di Maio: “Stasera andrà in onda un nuovo servizio con interviste ad altri 2 operai che sarebbero stati utilizzati in nero”, scrivono Dario Del Porto e Conchita Sannino.
Della morte del regista Bernardo Bertolucci, autore di capolavori come “Ultimo tango a Parigi” e “L’ultimo imperatore”, ci parlano Emiliano Morreale – “La fine di un’epoca”, dice – e Natalia Aspesi, che ricorda lo scandalo di quel tango che ci cambiò: “Quando uscì nelle sale era il dicembre del 1972, anno drammatico nel pieno della strategia della tensione e del primo rapimento delle Br: eppure improvvisamente, un film divenne il capro espiatorio di tanta confusione e pericolo”.
La rassegna si chiude con il pezzo di Rosalba Castelletti sul nuovo fronte in mare del conflitto tra Russia e Ucraina, con Kiev tra legge marziale ed esercito in stato di allerta. Ma il Cremlino accusa: si tratta solo di una “mossa pianificata” in vista delle presidenziali che vedono Poroshenko in basso nei sondaggi.