Protesta da Assisi a Sant’Egidio 5S e Lega costretti al dietrofront

L’annuncio di Di Maio: ” Sbagliata la tassa sul volontariato, cambieremo dopo la manovra”
Annalisa Cuzzocrea,
« Pure i francescani? Ma cosa c’entrano i francescani? » chiede Luigi Di Maio prima di suonare la retromarcia sulla norma che raddoppia l’Ires dal 12 al 24 per cento al Terzo settore. Per come l’aveva capita il vicepremier, l’emendamento alla manovra avrebbe dovuto riguardare le attività commerciali mascherate da Onlus. Lo ” scandalo” che sempre cercano i 5 stelle per dare un senso alle proprie scelte, vendendole come opere di giustizia.
Stavolta però — raccontano a Palazzo Chigi — «è insorto il mondo». La comunità di Sant’Egidio, che il premier Giuseppe Conte ha visitato solo qualche settimana fa. Centinaia di associazioni di volontariato nei territori. Il sottosegretario alle Pari Opportunità Vincenzo Spadafora, già consigliere istituzionale del leader M5S e autore di un libro, la Terza Italia, dedicato interamente all’importanza del Terzo settore. Ma soprattutto, si è fatto sentire il custode del Sacro Convento di Assisi padre Mauro Gambetti: il raddoppio dell’aliquota Ires per gli enti non commerciali, ha scritto, «colpisce al cuore il popolo del Poverello » . E il direttore della Sala Stampa del Sacro Convento, padre Enzo Fortunato, ha rincarato: « Si cerca di distruggere il bene, si cerca di destabilizzare chi vuol essere strumento di bontà » . E lo fa un partito « che è nato il 4 ottobre » . Un chiaro riferimento al Movimento 5 stelle, nato — come non hanno mai mancato di rivendicare Beppe Grillo e Gianroberto Casaleggio — nel giorno di San Francesco. E legato ad Assisi e ai suoi luoghi tanto da organizzarvi negli ultimi anni la marcia per il reddito di cittadinanza. Così Di Maio smette di ascoltare le rassicurazioni della viceministra all’Economia M5S Laura Castelli, che ancora all’Agi poco prima della retromarcia spiegava: « È giusto: se sei del terzo settore, enti ecclesiastici e non, si presuppone che tu non faccia utili visto che sei senza scopo di lucro. Noi tassiamo i profitti delle non profit, mica i soldi della beneficenza! » . Non farebbe una piega, se i profitti delle non profit non fossero per legge reinvestiti nelle loro attività. Il cui impatto sociale, spiega l’ex presidente Istat Enrico Giovannini, il primo a censire il Terzo settore nel 1999, «non è quantificabile. Ed è per premiare quell’impatto che gli utili “commerciali”, come può essere la vendita di magliette di una polisportiva o quella di immaginette da parte di un’associazione benefica, hanno sempre goduto di benefici fiscali. Al governo andrebbe fatta una domanda: cosa vogliono disincentivare? ». La risposta sembrerebbe la solidarietà, ma Di Maio nega: mentre è in aereo per Catania, dove visita i luoghi colpiti dal terremoto (tra cui una Onlus di cui tesse lodi su Instagram), il vicepremier fa chiamare padre Fortunato e assicura: « Risolveremo tutto » . Subito dopo dichiara: « Quella norma va cambiata nel primo provvedimento utile. Si volevano punire coloro che fanno finto volontariato e invece si puniscono coloro che hanno sempre aiutato i più deboli » . Annuncia che incontrerà quanto prima i frati di Assisi. Dopo mezz’ora, si uniscono con dichiarazioni simili Giuseppe Conte e Matteo Salvini, che parla di aiuti alle associazioni, ma anche di «massimo rigore con i “furbetti’ che fanno altro».
Fino alla sera prima, però, nessuno aveva fatto trapelare la possibilità di una retromarcia. Né il premier, né la Lega, né tanto meno i 5 stelle. Semplicemente, il governo non aveva capito quel che andava a toccare. E non può porvi subito rimedio, perché la manovra alla Camera deve passare così com’è, altrimenti — con lo sforamento a dopo il 31 dicembre — l’Italia entrerebbe in esercizio provvisorio. «Interverremo a gennaio», promette Conte. Ma bisognerà trovare le coperture: secondo le tabelle del Bilancio quella norma porta entrate per 118,4 milioni nel 2019, 157,9 nel 2020 e nel 2021. Si cercherà altrove, questa è la promessa. « Tassare gli utili delle organizzazioni di volontariato alla stregua di qualsiasi impresa speculativa significa meno risorse per il reinserimento dei disabili, meno attività di contrasto della povertà minorile, meno attività culturali nelle periferie emarginate, detto in altri termini: meno sociale e più povertà», tenta di spiegare Claudia Fiaschi, portavoce del Forum Terzo settore, al governo in carica. Che pare aver capito, ma non sa ancora come rimediare.
Fonte: La Repubblica, https://www.repubblica.it/